Troppo presto per parlare di ripartenza dell’occupazione ma il segnale è indicativo. Il saldo positivo dei nuovi contratti di lavoro, se confrontato da marzo 2014 allo stesso mese di quest’anno, è di oltre 92mila in più. Restano fuori i dati della pubblica amministrazione e del lavoro domestico. Le cifre diffuse dal ministero del Lavoro sulle assunzioni segnano 641.572 a fronte di 549.273 cessazioni. Altro dato positivo è l’aumento dei posti a tempo indeterminato, nello stesso mese di marzo sono state oltre 40mila le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo de- terminato. Numeri che rimandano all’entrata in vigore, nello stesso mese, del contratto a tu- tele crescenti del jobs act. Complessivamente la misura dei contratti più stabili è cresciuta in un anno dal 17,5 al 25,3 per cento sul totale degli occupati. Fin qui i numeri, accolti positivamente dal presidente Mattarella: «Sono dati confortanti, naturalmente ancora iniziali e bisogna prenderli con cautela. Però sono dati che incoraggiano la fiducia, cosa essenziale». Prudenza consigliata dallo stesso ministero del lavoro che li ha diffusi, ed è il ministro Poletti a specificare che «si sta parlando di contratti di lavoro e non di nuovi posti, bisogna essere misurati e cauti». Il “dato qualitativo” è quello da tenere in considerazione, per il resto bisognerà attendere le cifre dell’Istat che valuta non i tipi di contratti ma tutte le posizioni lavorative. L’azione del governo per ora prende la giusta piega almeno per quel che riguarda la stabilizzazione del lavoro precario, ma la Cgil non crede che il dato sia significativo. «Numeri diffusi dall’ufficio propaganda - commenta Susanna Camusso - questi dati ci dicono solo che c’è una decontribuzione che viene utilizzata». La Uil con il segretario Barbagallo, spera si tratti di un buon segnale ma invita il governo a fornire dati certi e smetterla «con le docce fredde e calde sull’occupazione», mentre per la Cisl «il jobs act è la strada giusta». Scetticismo invece dai partiti. Brunetta di Forza Italia prende di mira Poletti che «ogni mese diffonde dati sui nuovi contratti senza specificare calcoli e metodologia». “Renzi mago Houdini” attacca Sinistra e libertà e il leader della Lega Salvini considera i 92mila nuovi contratti «numeri al lotto, presi da maghi e oroscopi». Di «segnale positivo» parla in- vece il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, per il quale è confortante l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato. «Nessun trionfalismo ma è giusto cogliere quello che di buono sta avvenendo». Rapporti più stabili significano anche una ripresa dei consumi, la spinta necessaria per «rimettere in moto il paese». Nel mese, secondo i dati diffusi dall'Istat, le retribuzioni orarie sono rimaste ferme rispetto al mese precedente mentre so- no aumentate dell'1% nei confronti di marzo 2014. La variazione tendenziale è stata nulla per i dipendenti pubblici, a causa del blocco dei contratti, mentre per il settore privato c’è stata una crescita tendenziale dell’1,5%.