PESCARA Un volo privato per cinque persone, solo andata, da Pescara a Milano, costa più o meno 8 mila euro, tasse comprese. Il costo può variare in base al tipo di velivolo, alla presenza di hostess e di servizio catering, alla disponibilità di un’auto all’aeroporto d’arrivo, ma i prezzi sono questi. Bisognerà aspettare che in Regione Abruzzo arrivi la fattura della società Alba servizi trasporti, del gruppo Fininvest, per conoscere la cifra esatta. Sarà la Regione a pagare? A palazzo Silone sono convinti di no. O meglio, sono convinti che una parte del conto dovrà essere addebitata ad Alitalia per il ritardo che ha costretto giovedì scorso il presidente Luciano D’Alfonso a cambiare vettore per precipitarsi a Milano. D’Alfonso era atteso nel capoluogo lombardo per la conferenza stampa sulla presenza dell’Abruzzo negli eventi di Expo 2015 (e ieri il sito del Corriere della sera titolava: “L’Abruzzo all’Expo: arte e ambiente. E con scienza e cibo conquista Brera”). Impossibile rimandare, ha spiegato il sottosegretario alla giunta Camillo D’Alessandro, presente sul volo assieme al governatore, ai presidenti delle camere di commercio di Chieti e Pescara Roberto Di Vincenzo e Daniele Becci più una collaboratrice dell’ente camerale pescarese (gli altri due presidenti delle Camere di Commercio, arrivati anch’essi in aeroporto, hanno preferito rinunciare). «Se non fossimo partiti», spiega D’Alessandro, «avremmo rischiato di essere rappresentati come una regione-caricatura, con un aeroporto non attrezzato per trovare un volo alternativo. Come potevamo pensare di promuovere l’Abruzzo in questo modo?» L’alternativa al jet privato è stata tentata: in auto verso l’aeroporto di Ancona? Oppure a Ciampino? ma non c’erano voli disponibili. D’Alfonso ha chiesto quindi a Saga di trovare un privato. «Perché qui non c’è un potente che alza il telefono e chiama il volo», dice D’Alessandro. Il potente non ha chiamato, però è in qualche modo arrivato, visto che la compagnia trovata è della Fininvest di Silvio Berlusconi. D’Alfonso ieri ha rimarcato ironicamente la coincidenza («mi è capitato di tutto, ora anche questa dell’aereo di Berlusconi...») E poi ha spiegato: «Ci siamo trovati in una situazione necessitata. Non avevo un appuntamento serale nè cene impegnative e selettive. Avevamo un appuntamento con 45 operatori dell’informazione. Il ritardo di Alitalia ci ha costretti a cercare una soluzione alternativa. Ho reso certo che non abbiamo concluso la serata in ristoranti di lusso né abbiamo consumato materassi. Il volo? Era l’unico disponibile trovatomi da Saga. Coloro che hanno causato il ritardo dovranno farsi carico di questa situazione». L’Alitalia ha delle regole precise in caso di disservizio. Per la rinuncia al volo e il rimborso del biglietto devono passare almeno 5 ore. Non è il caso della delegazione abruzzese. D’Alfonso potrebbe invocare ragioni istituzionali. D’Alessandro allarga le braccia: «Chiederemo che ci sia un confronto civile con Alitalia».