Un motore va in fiamme, l’A320 della Turkish decollato da Malpensa costretto a un atterraggio d’emergenza ad Ankara.
MILANO Sono scesi tutti da quell’aereo con le loro gambe, sentendosi dei miracolati. «Siamo scampati a un disastro», dicono i 97 passeggeri (venti gli italiani) del volo TH1878 Malpensa-Istanbul. Per loro, quando avevano già allacciato le cinture in vista dell’atterraggio sul Bosforo, sono stati minuti spaventosi: l’aereo, con un motore in fiamme, ha tentato due volte l’atterraggio mentre in cabina la gente urlava atterrita. «Abbiamo davvero temuto il peggio», raccontano i sopravvissuti.
L’INCENDIO
L’aereo, un Airbus A320 della Turkish Airlines in servizio dal 2006, è partito da Malpensa alle sette meno un quarto di ieri mattina. Volo tranquillo e arrivo, in orario, previsto alle 10,25 all’aeroporto Ataturk, sulla sponda europea del Bosforo. Ma lì tutto si complica. «Il pilota continuava a girare intorno all’aeroporto, si sentivano turbolenze», riferisce un passeggero, Andrea Fin, giornalista veronese diretto a Antalya per seguire il Giro ciclistico di Turchia. «Pensavamo alle correnti del Bosforo. L’aereo è atterrato ma è arrivato pesantissimo sulla pista, abbiamo sentito un forte botto. Il carrello s’è piegato e ha urtato l’ala destra, che si è danneggiata. Allora è ridecollato, ma a quel punto il motore è andato a fuoco. A bordo c’è stato il panico, la gente urlava. Si sono spaccati tutti gli schermi e aperte le cappelliere. Sono calate le maschere e il personale ci ha detto di piegarci in avanti e mettere la testa tra le gambe. Sembrava un film». Sono stati momenti di orrore: i passeggeri seduti sulla destra hanno visto il fumo uscire dal motore e «dopo le urla è sceso un silenzio di tomba». L’acqua era a pochi metri, la paura era di dover affrontare un ammaraggio. «Invece l’atterraggio è avvenuto in aeroporto, anche se fuoripista nell’erba. I pompieri sono arrivati subito, siamo usciti tutti vivi, terrorizzati e pieni di schiuma, ma vivi. Ora siamo qui che aspettiamo le valigie, felici di essere vivi». Il pilota ha chiesto alla torre di controllo un atterraggio di emergenza e nella registrazione delle conversazioni diffusa da una tv il comandante rimane sempre calmo, nonostante il motore in fiamme. La pista è stata sgombrata, i servizi di emergenza messi in allerta, il secondo tentativo è andato a buon fine anche se l’aereo, per via del carrello danneggiato, è uscito di pista. «Il capitano ha virato violentemente e si è fermato sul prato. I pompieri hanno coperto il lato destro di schiuma e ci hanno fatto scendere dagli scivoli», racconta un altro passeggero, Fabio Zanellat. La magistratura ha aperto un’inchiesta e ha acquisito le immagini da brivido diffuse dall’agenzia Dogan, con l’aereo che sbatte sulla pista mentre dal fianco destro erutta fuoco. Un miracolo che passeggeri ed equipaggio ne siano usciti senza un graffio. A terra, riferiscono, l’assistenza turca è stata sbrigativa. «Ci hanno liquidati abbastanza velocemente», afferma Zanellat. Intanto il traffico aereo ad Ataturk è andato in tilt, i decolli sono stati sospesi e i voli in arrivo dirottati sulla sponda asiatica. Alcuni degli italiani del TH1878 sono ripartiti per altre città turche, non senza qualche timore. Come Fin: «Mi affido alla legge dei numeri. Se mi è successo già una volta oggi...». Ma, confessa, «mi tremano ancora le mani e le gambe».