Il clima elettorale è entrato nel 25 aprile: e piazza Martiri ne è diventato l'emblema, sia per la contestazione al sindaco Umberto Di Primio sia per la presenza di bandiere e del candidato sindaco della lista L'Altra Chieti Enrico Raimondi, dietro lo striscione dell'Associazione nazionale partigiani. Fra i candidati a sindaco, nel corteo, c'erano Luigi Febo e Bruno Di Paolo, alla villa si è visto Ottavio Argenio, non è sfuggita la presenza di tanti aspiranti consiglieri alla ricerca di visibilità. Enrico Dell'Osa, iscritto all'Anpi, ha atteso il corteo sotto la lapide di piazza Martiri, e parlando al prefetto Fulvio Rocco de Marinis ma rivolgendosi chiaramente a Di Primio con la fascia tricolore, ha detto: «Non mi sembra opportuno che presieda questa manifestazione perchè qualche giorno fa si è fatto fotografare con Casa Pound. Gli immigrati sono i nuovi ebrei, li stanno trattando allo stesso modo». E' intervenuto il questore Felice La Gala, si sono vissuti frangenti di tensione. Dell'Osa è tornato dietro lo striscione di Anpi Chieti dove è stato intonato Bella Ciao e ci si è persino dimenticati della corona da deporre sotto la lapide. «E' rimasta appoggiata sotto i portici - commenta Aldo Mario Grifone - presidente della sezione Anpi. Il presidente della Provincia Pupillo si è soffermato sotto un'altra lapide, quella delle vittime della prima guerra mondiale: alla fine la corona l'abbiano spostata noi» Di Primio, invece, ha risposto a Dell'Osa a celebrazione conclusa, solo davanti ai taccuini: «Grazie alla sinistra abbiano scoperto che esistono due feste del 25 aprile - ha detto: una la loro, dei comunisti, e la nostra, quella degli italiani». Casa Pound in giornata ha distribuito pane alle famiglie indigenti.