PESCARA Sale su un autobus della Gtm (l’azienda che gestisce i trasporti metropolitani) con il suo cagnolino, ma è costretta a scendere dal mezzo poco prima di arrivare a destinazione. Nell’occhio del ciclone ancora una volta il rapporto tra viaggiatori e personale della Gtm, dopo il caso dei giorni scorsi, in cui un utente, trovato a bordo senza biglietto, ebbe un alterco con un controllore che lo doveva multare. Questa volta protagonisti sono Roberta, una diciottenne di Sambuceto, Laky, «un pincher di circa due chili», riferisce la donna, e l’autista della linea numero 15, delle 19,15 di domenica scorsa, partito dal terminal centrale e diretto verso Sambuceto. «Siamo partiti alle 19,25», è il racconto della ragazza, «ed evidentemente, visto che l’autista è salito quando gli utenti erano già a bordo, non sono stata notata. Ma io ero già seduta con in braccio il mio cagnolino. Diretta a Fontanelle, la marcia procede regolarmente per circa 25 minuti, quando, probabilmente per via del fatto che l’autobus si andava sempre di più svuotando», ipotizza la giovane, «e che Laky, a un certo punto, muove la testa e si mette in piedi, l’autista mi nota e ferma l’autobus invitandomi a scendere. Il motivo era dovuto alla presenza del mio cagnolino, in quanto, secondo l’autista, non sarebbe dovuto essere a bordo». «Ma in precedenza non mi era mai accaduto», riferisce Roberta. «Fatto sta che sono dovuta scendere di fronte al supermercato Tigre, del quartiere San Donato, distante una decina di minuti di viaggio dalla fermata in cui sarei dovuta scendere, intorno alle 20, da sola e col buio. Ebbene, ho avuta paura», confessa Roberta. «E pertanto è dovuta venire mia madre a prendermi con l’automobile, nonostante che fosse influenzata. Io ora non ho nulla contro l’azienda. Ma mi devono spiegare perché alcuni autisti consentano di salire a bordo con il cane e altri no».
Diversa la versione dell’autista del bus, che parla attraverso Patrizio Gobeo, coordinatore rsa Filt-Cgil della Gtm di Pescara. «Il cane innanzitutto era di una grandezza superiore ai 50 cm», mi ha fatto sapere il collega, ha sostenuto Gobeo, «e poi non era in braccio alla padrona. Ma invece ha cominciato a muoversi col guinzaglio lungo il corridoio del’autobus, mettendosi ad annusare i piedi dei viaggiatori. E questo, secondo il regolamento aziendale, non si può». «Tra l’altro l’autista», ha aggiunto Gobeo, «al termine della corsa ha anche messo al corrente dell’accaduto il controllore di servizio, il quale gli ha risposto che ha agito seguendo le norme.
Insomma, il collega», ha sottolineato il rappresentante della Filt Cgil, «si è comportato secondo le disposizioni aziendali impartite. In più», ha concluso Gobeo, «aggiungo che un cane che sul bus comincia a dare fastidio, deve indossare la museruola».