L'AQUILA - "L'auspicabile creazione di un'azienda unica regionale dei trasporti non può essere usata come un’operazione di salvataggio di Arpa, con piano industriale elaborato dagli stessi dirigenti che hanno portato l’Arpa allo stato pre-fallimentare, e non può penalizzare i territori con tagli dei servizi e aumento dei costi".
È quanto si legge in una nota congiunta dei segretari generali delle sezioni provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Umberto Trasatti, Paolo Sangermano e Michele Lombardo, in merito alla fusione delle tre aziende regionali di trasporto pubblico locale, Arpa, Gtm e Sangritana, nella società unica dei trasporti, Tua.
Secondo i sindacati "una parte importante del taglio dei costi si realizza riducendo i chilometri percorsi", tagliando cioè le sovrapposizioni delle corse di autobus e treni sugli stessi tragitti.
"Una cosa ovvia, che abbiamo sostenuto per investire le risorse dove servono veramente - si legge infatti nella nota - quello che non funziona è che la nuova azienda, con l’approvazione della giunta regionale, su 1 milione 300 mila chilometri di sovrapposizioni da tagliare ha deciso di eliminarne il 60 per cento in provincia dell’Aquila (730 mila chilometri), una provincia dove certo non opera l’alta velocità ferroviaria, e neppure quella media, e dove il materiale rotabile è più vecchio che nel resto della regione. Detto che non siamo contrari a recuperare risorse tagliando le sovrapposizioni delle corse ferro-gomma, ribadiamo che tali recuperi dovranno essere realizzati quando le condizioni di velocità della rete e il materiale rotabile saranno almeno pari in tutti i territori".
"Circa le condizioni di accesso al servizio - prosegue inoltre la nota - nel piano industriale vengono confermati gli attuali confini della cosiddetta 'Area unico', cioè l’area Chieti-Pescara, nella quale già è operativo il biglietto unico, con gli ovvi vantaggi per chi abita in quella zona. Ci saremmo aspettati che con la creazione dell’azienda unica questo vantaggio si sarebbe esteso, come previsto dall’apposita legge regionale, a tutto il territorio abruzzese, ma non è così e per noi è inaccettabile che in Abruzzo i cittadini siano divisi in cittadini di serie A e di serie B".
In base a quanto affermato dai sindacati "l’eliminazione delle sovrapposizioni, la mancata estensione del biglietto unico a tutta la regione e il mancato coinvolgimento nell’operazione di fusione, almeno sino ad ora, delle altre aziende pubbliche di trasporto abruzzesi genererà il paradosso di avere nella stessa regione diverse condizioni di accesso e di competitività del servizio".
"Potrà quindi accadere - proseguono i sindacati - secondo le indicazioni del piano industriale della nuova azienda unica regionale di trasporto, che alcuni cittadini per raggiungere una destinazione pagheranno un costo più elevato e dovranno utilizzare e pagare anche tre vettori, a volte neanche concessionari dei trasporti in Abruzzo - precisano quindi - mentre gli altri cittadini più fortunati, quelli di serie A, potranno raggiungere la loro destinazione utilizzando un solo vettore, sia su ferro che su gomma e, soprattutto pagheranno un unico biglietto. Ci spieghi la giunta regionale se questo corrisponde al progetto di azienda di trasporto che ha immaginato, capace di recuperare gli sperperi e dare maggiore servizi a tutti gli abruzzesi".
"Lo stesso piano industriale prevede attraverso l’affidamento di servizi a carattere 'marginale”, in sub concessione, un recupero stimato in 1 milione di euro - conclude la nota - È facile prevedere su quale territorio il concetto di 'linea marginale' avrà il maggiore impatto: la provincia dell’Aquila. Una misura che contraddice in maniera sostanziale l’obiettivo da sempre rivendicato di un’unica azienda e un unico bacino di traffico. Se a questo si aggiunge la previsione di legge, per effetto dei servizi affidati direttamente alla nuova azienda regionale, di cedere all’esterno il 10 per cento del servizio, non è difficile prevedere che dalla finestra rientrerà ciò che sembrava uscito dalla porta, e cioè l’affidamento ai privati del servizio e il suo spezzettamento in varie realtà".