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Pescara, 27/11/2024
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Data: 04/05/2015
Testata giornalistica: La Repubblica
Susanna Camusso: "La riforma della scuola non va, privilegia i più ricchi e divide i precari" Il Jobs Act non sta dando effetti perché mancano gli investimenti, soprattutto pubblici

Camusso, ma non è paradossale uno sciopero della scuola contro una riforma che prevede 100 mila assunzioni di precari?
"Ma secondo lei - risponde il segretario generale della Cgil - un sindacato può scioperare contro delle assunzioni? La verità è che il governo non è in condizioni di farle per l'inizio dell'anno. E ha posto criteri assai discutibili che dividono in modo arbitrario i precari".

Non è che protestate contro una legge che vi ha tagliato fuori, che ha ignorato il tradizionale potere di veto dei sindacati?
"Francamente mi paiono argomenti vecchi e strumentali. Le cose sono assai più serie. Questa è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento, che affida a un singolo, il dirigente scolastico come si chiama oggi il preside, la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. Non è quello che prevede la nostra Carta Costituzionale".

Lei pensa che sia una riforma di impianto autoritario?
"Emerge una scuola che non ha più una funzione di carattere generale, che non punta più a formare cittadini con spirito critico. È una scuola elitaria, non di tutti. Le risorse che ci sono, peraltro scarse, vanno a chi primeggia e delle scuole di Scampìa o dello Zen di Palermo che ne facciamo?".

Abbiamo il record dei Neet e quello dei giovani disoccupati. Secondo lei perché nonostante il Jobs Act, il superamento dell'articolo 18, lo sgravio contributivo per le nuove assunzioni, le aziende non assumono?
"Perché non ci sono investimenti a partire da quelli pubblici. Perché non basta dire a un imprenditore: ti ho tolto l'articolo 18, ti ho fatto gli sconti, ora pensaci

tu. Non funziona così. Gli incentivi senza vincoli si traducono nella sola sostituzione di contratti. Serve una politica industriale che indirizzi e sostenga la crescita e l'occupazione".

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