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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/05/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Società unica trasporti: M5s, «Cgil scopre solo ora limiti riforma»

L'AQUILA - Continua a far discutere la proposta del piano industriale della Tua, la società unica dei trasporti regionali, documento cardine della fusione, fissata per i primi di giugno, delle tre società Arpa, Sangritana e Gtm, già approvata in Consiglio regionale.

Interviene questa volta il Movimento 5 Stelle, che in una nota osserva come il sindacato Filt Cgil Abruzzo, ha espresso tardivamente gli stessi dubbi espressi dal M5S, sia in consiglio che in commissione, a comincare dal nodo degli esuberi.

Il segretario Franco Rolandi ha chiesto in primis garanzie sulgi esuberi e i nuovi contrattil per "1700 lavoratori, non escludendo le società partecipate Cerella e Sistema, che vivono nell'insicurezza quotidiana derivante dal susseguirsi di notizie correlate alla nuova riorganizzazione e alla politica dei tagli".

LA NOTA COMPLETA

Le parole di Franco Rolandi, sono durissime verso la Tua, e noi lo avevamo previsto. Le incertezze circa il futuro della società unica e il futuro dei dipendenti sono state sempre denunciate a gran voce dai "gufi" del M5S.

Già nel corso della prima discussione del progetto di legge di fusione in commissione avevamo chiesto ripetutamente di poter visionare il Piano Industriale, ma sia il delegato alla fusione Camillo D’Alessandro, che il presidente di Arpa Spa, Luciano D’Amico, ci 'insegnavano' come il piano industriale costituisse solo la fase successiva della fusione, assicurandoci che il Consiglio, approvata la legge di fusione, avrebbe avuto accesso all’intero progetto di fusione, al piano industriale, allo statuto e al piano strategico.

Questo è il risultato di una politica che non vuole ascoltare le opposizioni, e che neanche davanti all’evidenza delle carte fa un passo indietro.

Purtroppo è anche il risultato dei sindacati che ancora si ostinano a credere alle promesse per poi rincorrerle quando ormai è troppo tardi.

Fin ora le grandi opere della maggioranza si sono rivelate fallimentari eppure ci si ostina ad autocelebrarsi come grandi innovatori e risolutori.

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