L’Autorità di regolazione dei trasporti è intervenuta ancora una volta, in un’audizione all’VIII Commissione della Camera, a puntualizzare i termini della “questione autostradale”: se, attraverso l’art. 5 dello Sblocca Italia, le concessioni sono di fatto rinnovate senza gara, l’Autorità si vedrà sottratto per un tempo praticamente indefinito la possibilità di intervenire con una regolazione “ex ante”, l’unica attualmente prevista dalla legge.
L’Autorità parla di concessioni “per la quasi totalità assentite nell’ultima metà del secolo scorso e senza l’esperimento di procedure concorsuali”, di “scelte effettuate con un’ottica scarsamente attenta all’efficienza strutturale del settore e delle gestioni” e di “un quadro disomogeneo e non sufficientemente trasparente sotto il profilo dei criteri, dei modelli tariffari applicati e dei sistemi di ammortamento degli investimenti” che ne è risultato.
[dc]I giudizi non potrebbero essere più netti e sono confermati dall’esistenza di “ben sei differenti regimi tariffari” e, dal punto di vista dell’ampiezza delle tratte oggetto di gestione, dalla variazione tra tratte di “poche decine di chilometri” o di “una o più centinaia di chilometri”, fino “ai quasi tremila chilometri gestiti dal principale concessionario”.
L’Autorità rileva anche che “il perimetro delle competenze attribuite all’ART in materia autostradale” è stato definito in un contesto in cui “era ancora attesa la istituzione della Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali”, in base ad una legge del 2011, ma che di fatto non si è mai costituita; e richiama le esperienze di altri paesi come la Gran Bretagna o la Francia per sottolineare come anche in quei paesi la competenza in materia sia stata attribuita alle Autorità di settore (e che, a loro volta, sono state disegnate richiamandosi anche al modello italiano). L’Autorità, oltre a reclamare le competenze per la definizione delle regole per il funzionamento del settore, punta a realizzare anche interventi di razionalizzazione che prevedano, ad esempio, accorpamenti delle gestioni capaci di produrre più efficienza e maggiore possibilità di realizzare investimenti.
Tra i tanti impegni gravosi che si è assunta l’Autorità dei Trasporti, questo probabilmente si svolge su uno dei terreni più difficili e complicati, anche per la complessità della legislazione e degli affidamenti contrattuali, come non si nasconde la stessa ART: ma il discorso sulle autostrade va prima o poi aperto, considerando anche che il settore non gode più della buona salute del passato e che una rinnovata politica degli investimenti – se deve essere realizzata – va sottoposta ad un controllo addirittura ferreo. Non c’è solo il caso Brebemi, un’attenta regia a livello nazionale è sempre più indispensabile.