ROMA Dal prossimo 6 luglio, ex parlamentari condannati per reati gravi in via definitiva non riceveranno più il vitalizio. Ieri l'ufficio di presidenza della Camera e il consiglio di presidenza del Senato hanno adottato una delibera che prevede lo stop all'erogazione del vitalizio in caso di condanne definitive per mafia, terrorismo, per la maggior parte dei reati contro la pubblica amministrazione (dal peculato alla concussione, ma con l'esclusione dell'abuso d'ufficio, uno dei reati più comuni per gli amministratori pubblici). Cessazione del vitalizio anche per i reati considerati minori se c'è stata una condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione «per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni».
La maggior parte dei parlamentari si è sempre dichiarata favorevole all'abolizione del vitalizio dei condannati, ma ieri la giornata non è stata in discesa. La norma fortemente voluta dal Pd, ha visto proprio nei dem la prima voce contraria con lo storico tesoriere ds Ugo Sposetti che nell'aula del Senato ha accusato i colleghi di voler «lisciare il pelo all'antipolitica» e dicendo che «i membri del Consiglio di presidenza si trovano di fronte ad un diritto inalienabile, un diritto acquisito, un diritto che matura con il versamento dei contributi del lavoratore e dell'azienda, un diritto alla sopravvivenza». Scatenando subito la reazione scontata del M5s ma anche quella del suo capogruppo Luigi Zanda per il quale «il senatore Sposetti ha preso la parola a titolo personale».
I TWEET DEI PRESIDENTI
La delibera è stata proposta congiuntamente dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dal presidente del Senato Pietro Grasso e nel pomeriggio è stata discussa all'ufficio di presidenza di Montecitorio dove le cose sono state abbastanza rapide con il voto a favore Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d'Italia e Lega, che però si è voluta distinguere lamentando misure troppo blande. Non hanno votato invece Forza Italia, M5S e Ap, seppur le prime due formazioni hanno abbandonato i lavori mentre Ncd e Udc sono rimasi in aula. Così alle 16,47 la Boldrini con un tweet ha annunciato che «a Montecitorio approvata la delibera per #stopvitalizio agli ex deputati condannati per reati gravi. E' segnale forte di moralizzazione». Stesso strumento di comunicazione anche per Grasso che però ha dovuto attendere le 18,21, quasi due ore dopo per annunciare che il «Senato approva delibera #stopvitalizi: un segnale forte, significativo e concreto dalle Istituzioni ai cittadini. Un bel segnale». A Palazzo Madama la situazione è stata più faticosa a causa dei numeri più risicati. A votare a favore soltanto Pd, Sel e Lega, Gal e M5s (che parlano di «farsa», contestando le misure giudicate troppo poco incisive) hanno votato contro e Forza Italia non ha partecipato.
La delibera entrerà in vigore fra 60 giorni ma non avrà effetti automatici. Saranno le Camere attraverso i loro uffici a verificare caso per caso chi si trova nelle condizioni previste per lo stop al vitalizio.