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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/05/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Vitalizi ai condannati, stop dal Parlamento. Non sarà più versato l’assegno a chi ha avuto condanne superiori ai due anni. Boldrini: «Nessuno ci era mai riuscito». Grasso: «Un bel segnale». No di M5S

ROMA Alla fine la delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato per l’abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari decaduti per reati di stampo mafioso e contro la pubblica amministrazione è stata approvata. Ma il provvedimento è costato più fatica del previsto, per via di alcuni cambiamenti degli ultimi giorni e della conseguente battaglia ingaggiata al Senato tra il gruppo del Movimento 5 Stelle e quello del Pd. Area popolare e Forza Italia, invece, hanno definito lo strumento della delibera “di dubbia costituzionalità”: avrebbero preferito, infatti, una legge piuttosto che modifica del regolamento delle due Camere. Al centro del provvedimento c’è la punibilità per chi ha ricevuto condanne superiori ai 2 anni - con una pena massima di almeno 6 - per mafia, terrorismo, reati contro la pubblica amministrazione e di particolare gravità. «È sicuramente un passo in avanti», fa sapere Enrico Fontana, direttore nazionale di Libera, che con la campagna “Riparte il futuro” ha raccolto oltre 520mila firme, record italiano per una petizione sul web. «Si può sempre fare meglio - precisa Fontana - ma questo provvedimento stabilisce, da quando entrerà in vigore (tra due mesi, ndr), che i condannati per reati di stampo mafioso e contro la pubblica amministrazione non riceveranno più il vitalizio. Questo significa che l’obiettivo principale della nostra petizione è stato raggiunto. L’alternativa era il nulla». «Un segnale forte, significativo e concreto delle istituzioni ai cittadini. Un bel segnale». Così il presidente del Senato Pietro Grasso ha commentato su Twitter la battaglia che ha portato all’approvazione della delibera al Senato. Anche Laura Boldrini, presidente della Camera, non ha lesinato la sua soddisfazione. «C’è sempre qualcuno che dice “si poteva fare di più”, ma finora mai nessuno era riuscito a fare questo. Era importante dare un segnale chiaro e inequivocabile di cambiamento - prosegue Boldrini - è una bella giornata e sono contenta del risultato. Le due delibere sono identiche nel contenuto e nel significato. Questo è molto importante». Non sono mancati, comunque, i dissidi interni allo stesso Partito democratico: Ugo Sposetti - ex tesoriere dei Ds - ha affermato di non voler «lisciare il pelo all’antipolitica» e ha invitato il presidente del Senato a non «occuparsi del tema durante la campagna elettorale». Immediata la presa di distanza del suo capogruppo Luigi Zanda: «Parla a titolo personale». Il percorso tumultuoso della delibera e, in particolare, le modifiche degli ultimi due giorni, hanno generato il deciso dissenso del Movimento 5 Stelle. «Noi abbiamo sollevato questa battaglia nelle assemblee regionali - spiega Laura Bottici, senatrice - ma questo provvedimento ci sembrava un gioco troppo al ribasso. Abbiamo presentato emendamenti sia alla Camera che al Senato, alla Camera sono stati giudicati invotabili, al Senato invece c’è stata una discussione sui nostri rilievi e su quelli della Lega Nord. Quindi, mentre i deputati sono usciti dall’aula, i senatori, invece, hanno votato contro». I “dettagli” che non vanno, secondo i 5 Stelle, sono raccolti in 4 punti: il ripristino della punibilità dei reati con una pena massima prevista di 4 anni - la delibera approvata è ferma a 6 -, la reinclusione del reato di abuso d’ufficio tra quelli puniti, l’esclusione della riabilitazione come causa di ripristino del vitalizio e della reversibilità in caso di decesso. «Quello approvato oggi - conclude Bottici -, ci tengo a sottolinearlo, è un accordo interno al Pd. I soggetti condannati per Tangentopoli, ad esempio, sarebbero già riabilitati. Il mio obiettivo è quello di togliere i vitalizi a tutti i condannati».

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