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Data: 08/05/2015
Testata giornalistica: La Repubblica
Camera e Senato aboliscono i vitalizi ai parlamentari condannati. Boldrini: "Segnale forte di moralizzazione". Grillo: "C'è l'inghippo". La decisione presa dagli Uffici di presidenza. In mattinata scontro Sposetti-M5S

ROMA - Dopo una lunga discussione negli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, riuniti dalle 14, è arrivata la decisione finale: deputati e senatori con condanne superiori a due anni per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione non riceveranno più l'assegno vitalizio.

Alla Camera hanno votato a favore Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d'Italia e Lega. Non hanno partecipato al voto Forza Italia, M5S e Ap, anche se gli esponenti di Ncd e Udc, pur non partecipando al voto, sono rimasti in aula, mentre azzurri e pentastellati sono usciti fuori al momento del voto. Situazione più complicata al Senato, dove ancora non è stato raggiunto un accordo e i numeri nell'ufficio di presidenza sono più stretti.
Vitalizi, parlamentari con condanne in via definitiva

E' stata necessario uno sforzo maggiore al Senato, dove i numeri nell'ufficio di presidenza sono più stretti. M5S e Gal (Grandi autonomie e Libertà) hanno votato contro, mentre Forza Italia ha abbandonato la riunione. A favore si sono espressi Pd, Sel, Lega.

Tra i reati ricompresi, quelli gravi come mafia e terrorismo, la maggioranza dei reati contro la Pubblica Amministrazione: peculato, concussione, violazione del segreto d'ufficio, ad eccezione del reato di abuso d'ufficio, che al contrario non è ricompreso. Per i reati minori, invece, perchè scatti la cessazione dell'erogazione del vitalizio, occorre che vi sia stata una "condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni".

Le disposizioni previste dalla delibera non si applicano in caso di riabilitazione del condannato. Le misure entreranno in vigore "il sessantesimo giorno successivo alla data della sua approvazione", quindi non prima di due mesi. Dunque, le misure saranno operative non prima di due mesi e la Camera svolgerà "degli accertamenti" caso per caso sulla sussistenza delle condizioni previste dalla delibera stessa. Le norme, viene specificato nel testo, non sono retroattive. Dunque, "per i deputati cessati dal mandato e già condannati in via definitiva, la cessazione dell'erogazione dei vitalizi decorre dal momento dell'entrata in vigore della presente deliberazione".

"A Montecitorio approvata la delibera per stop vitalizio agli ex deputati condannati per reati gravi. E' segnale forte di moralizzazione" ha scritto su twitter la presidente della Camera, Laura Boldrini. Poi spiega: "Non è giusto continuare a erogare denaro pubblico a quanti, con il loro comportamento, non hanno tenuto fede all'impegno di 'disciplina e onore' richiesto dalla Costituzione a chi ricopre cariche pubbliche. Sono queste le risposte che la buona politica deve ai tanti cittadini che esigono correttezza, rigore e onestà dai loro rappresentanti".

Esprime soddisfazione su twitter anche il presidente del Senato, Pietro Grasso: "Senato approva delibera stop vitalizi: un segnale forte, significativo e concreto dalle istituzioni ai cittadini. Un bel segnale".

Ieri, in una dichiarazione congiunta, i presidenti di Camera e Senato avevano sottolineato la necessità di giungere quanto prima ad una decisione ("adesso è il tempo di decidere", le loro parole) e avevano accolto una delegazione di Libera e Gruppo Abele ( oggi in piazza Montecitorio) con 500mila firme pro-abolizione.

Sul tema si continua a discutere da tempo e più volte la seconda e la terza carica dello Stato hanno ribadito che per abolirli non è necessaria una legge. Una posizione però che non ha trovato l'accordo di tutte le forze parlamentari e sulla quale sono circolati anche dei dubbi giuridici legati ad eventuali "responsabilità individuali" in caso di ricorso dei condannati. Ipotesi però fugata da alcuni esperti di diritto parlamentare che escludono che deputati o senatori possano venire chiamati a rispondere personalmente della decisione che potrebbe essere presa oggi.

Botta e risposta M5S - Pd. "La legge fatta dal Pd per togliere i vitalizi noi non la voteremo mai perchè c'è l'inghippo. E domai i giornali scriveranno che Grillo è contro l'abolizione dei vitalizi", ha detto Beppe Grillo al sit-in organizzato dal Movimento Cinque Stelle a Piazza Montecitorio. "Sui vitalizi c'erano 250 milioni da risparmiare. Vanno tagliati e basta: no ai tagli solo a quelli che hanno una certa soglia", ha ribadito il leader M5S. Il Movimento avrebbe voluto il taglio di tutti i vitalizi erogati a parlamentari condannati e contesta la scelta della "sospensione temporanea" del vitalizio e non della sua "cancellazione definitiva". "I partiti hanno approvato un salvacondotto che legittima la concessione degli assegni d'oro a quasi tutti gli ex parlamentari con sentenza definitiva di colpevolezza, il frutto marcio di un'ignobile trattativa Stato-ladri che grida vendetta", scrive sul suo blog il segretario dell'Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Riccardo Fraccaro del Movimento 5 Stelle.

"La nostra è una scelta di forte moralizzazione della funzione politica, che deve poter garantire la dignità del Parlamento e rafforzarne il patto di fiducia con i cittadini. Anche alla luce dei numerosi e non unanimi pareri di qualificati costituzionalisti, ribadiamo la nostra condivisione della proposta di delibera avanzata dai presidenti Grasso e Boldrini, al cui giudizio ci affidiamo per quanto concerne la costituzionalità e la legittimità del provvedimento", è la replica degli esponenti Pd dell'ufficio di presidenza della Camera del Partito democratico, Marina Sereni, Roberto Giachetti, Paolo Fontanelli, Anna Rossomando, Margherita Miotto, Caterina Pes, Valeria Valente, Giovanni Sanga.

Scontro Sposetti- M5S. L'abolizione continua a dividere gli schieramenti e i partiti. A cominciare dal Pd, come è emerso questa mattina in aula al Senato quando ha preso la parola il senatore Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, che ha voluto esprimere le propria perplessità: a suo giudizio non è un tema che possa essere affrontato dall'Ufficio di presidenza e ha messo in guardia dal tentativo di "lisciare l'antipolitica" in vista delle elezioni regionali.

Le affermazioni del senatore Pd hanno provocato l'immediata reazione dei Cinque Stelle, che hanno attaccato Sposetti ("E' un'indecenza" hanno urlato i senatori pentastellati). La presidente di turno del Senato Linda Lanzillotta ha dovuto richiamare i senatori Cinque Stelle insorti alle parole di Sposetti. Anche il capogruppo Pd Luigi Zanda ha preso le distanze dal'ex tesoriere: "Ha preso la parola a titolo personale. Il gruppo del Pd ritiene vadano osservate in modo assoluto le norme stabilite dai regolamenti parlamentari".

Intanto è in corso un incontro tra i membri dell'ufficio di Presidenza di Camera e Senato del M5S, Laura Bottici, Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino con il presidente del Senato, Pietro Grasso. I parlamentari chiedono modifiche alla proposta di delibera. I Cinque Stelle ritengono la bozza di delibera "un compromesso al ribasso" e chiedono alcune modifiche, come includere nelle cause di abolizione del vitalizio anche chi è stato condannato per reati punibili con un massimo di pena di 4 anni (e non 6), oltre che per abuso d'ufficio e escludere la riabilitazione come causa di ripristino del vitalizio; infine escludere la reversibilità del vitalizio in caso di decesso.

Forza Italia e Area popolare contrari ad abolizione. In mattinata la Lega nord ha presentato una proposta di legge che non solo prevede l'abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi, ma determina l'abolizione totale di qualunque tipo di vitalizio o di pensione per tutti i parlamentari, deputati e senatori, cessati dal mandato.

Contro l'ipotesi di revoca del vitalizio ai parlamentari condannati si è schierato anche Fabrizio Cicchitto di Area popolare: "La revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati attraverso delibere degli Uffici di Presidenza delle Camere è una decisione grave e quanto meno di dubbia costituzionalità". Sulla stessa linea il forzista Francesco Nitto Palma, secondo il quale qualsiasi decisione deve essere presa attraverso una legge altrimenti, come ha sottolineato in una nota il partito, si rischia "la bocciatura della Consulta".

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