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Data: 08/05/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Rogo a Fiumicino, scalo chiuso per ore. Distrutto il Terminal 3 del Leonardo da Vinci, ma si esclude un attentato. Aeroporto in tilt. Oggi voli dimezzati

ROMA Un corto circuito, forse proveniente dal frigo di un ristorante, e il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, quello dove fanno scalo i voli internazionali e transitano milioni di passeggeri, è andato distrutto. Devastati i negozi Duty Free e i ristoranti della galleria commerciale, i varchi dei metal-detector si sono praticamente sciolti, caduto gran parte del controsoffitto per un’area di circa 800 metri quadrati. Milioni di euro di danni. È rimasta in piedi, ma annerita e piena di detriti, l’area del check-in che ieri appariva spettrale. Spento l’incendio, lo scalo “Leonardo da Vinci”, chiuso dall’Enac per ragioni di sicurezza fino alle 14, ha vissuto ieri una giornata complicatissima. E ancora oggi - avverte l’Enac - è previsto l’annullamento di un 50% dei voli. Il personale Alitalia e di tutte le compagnie aeree internazionali che fanno scalo a Roma hanno dovuto fronteggiare una vera e propria emergenza. Decine i voli cancellati che hanno mandato in tilt il traffico aereo in tutta Italia (il primo volo Linate-Roma è partito solo alle 16.30) coinvolgendo gran parte degli scali europei. Migliaia i passeggeri rimasti bloccati in aeroporto, molti trasferiti in hotel, altri rimasti a terra senza sapere quando potranno ripartire. Si tratta dei passeggeri che avevano un biglietto per voli intercontinentali. Alitalia per smaltire più in fretta possibile i ritardi accumulati ha fatto atterrare a Roma diversi aerei vuoti, con i soli equipaggi a bordo. Ieri pomeriggio, quando l’Enac ha riaperto Fiumicino nella hall delle partenze nei Terminal 1 e 2 si è riversata una folla di persone alla ricerca disperata di notizie del proprio volo, di un aereo che partisse, di una coda davanti a un banco check-in che funzionasse. «I danni sono enormi. Ci vorranno mesi prima che il cuore del “Leonardo da Vinci” torni a battere come prima» è stato il commento del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, che per tutto il giorno è rimasto nello scalo. Mentre la procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta sul rogo. Il pm Valentina Zaratto ha messo sotto sequestro il Terminal 3 e aspetta di conoscere le relazioni degli ingegneri dei vigili del fuoco per chiarire le modalità dell’incendio e le responsabilità. Ci vorrà qualche giorno, però prima che i pompieri possano compiere un sopralluogo. Che servirà alle indagini, ma anche per valutare l’entità dei danni alla struttura e se le fiamme possano averne compromesso la stabilità. Ieri pomeriggio però si stavano ancora spegnendo diversi focolai nel sottotetto. Al momento, l’unica cosa certa è che non si sia trattato di un incendio doloso. È stato lo stesso presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, Vito Riggio a confermare: «L’incendio è stato molto violento, ma si è trattato di un incidente. Ci sentiamo di escludere qualsiasi altra ipotesi, compresa quella di un attentato». Un banale cortocircuito, dunque, avrebbe distrutto un intero gate dello scalo romano. Non ci sono vittime perché le fiamme sono divampate poco dopo mezzanotte quando il traffico aereo è ridotto. Solo tre persone sono rimaste intossicate. Sono i dipendenti del ristorante da cui si è scatenato l’incendio e che, per primi, hanno dato l’allarme. Le 18mila centraline di rilevazione del fumo si sono attivate immediatamente. Ma l’incendio, a causa del materiale altamente infiammabile che si è trovato intorno, si è propagato nel giro di poco tempo. In una manciata di minuti l’intera galleria commerciale era invasa dalle fiamme che si vedevano anche dall’autostrada. Quello che rimane del Terminal 3 sono adesso soltanto pareti annerite, detriti e vetri rotti, fili elettrici che pendono dai controsoffitti che ormai toccano il pavimento. I corridoi sono trasformati in fiumi d’acqua, mentre la zona degli imbarchi compreso il controllo passaporti è ridotta in cenere. È stato difficile anche per i vigili del fuoco orientarsi in quella che fino a mercoledì era la galleria di negozi e ristoranti perché dopo le fiamme, un fumo denso ha riempito ogni spazio. L’odore di plastica bruciata si respirava ancora ieri pomeriggio quando sono state distribuite a operatori e passeggeri mascherine bianche. Il T3 era il più vecchio dei terminal del “Leonardo da Vinci” e ne era stata programmata la ristrutturazione. Si aspettava la fine dei lavori in un’altra area dello scalo, poi il cantiere si sarebbe inaugurato.

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