ROMA Una giornata così l’aeroporto di Fiumicino non la viveva dall’ottobre del ’99 quando un’improvvisa penuria di carburante nei silos mise in ginocchio il trasporto aereo. Ieri ci ha pensato un disastroso rogo, partito da un “banale” corto circuito, probabilmente da un frigo di un bar al livello meno 1 del Terminal 3, a paralizzare lo scalo romano. L’sos ai vigili del fuoco è scattato alla mezzanotte e sei minuti, ma quando i pompieri sono arrivati sul posto, il tunnel dei transiti era già completamente invaso dal fumo e le fiamme erano alte. Solo intorno alle 7 il fuoco era domato, poi sono proseguite per tutta la giornata le opere di bonifica.
Il T3 è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Civitavecchia che ha aperto un’inchiesta per incendio colposo contro ignoti. Anche l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha avviato un’indagine. I danni sono ingenti: stando ad una prima sommaria stima non sono inferiori ai 10 milioni di euro. Il rogo ha interessato una superficie di mille metri quadrati, danneggiato l’intera area duty-free con 40 negozi, tra cui anche il corner di Bulgari. Quattordici persone sono state assistite dalla sanità aerea, tre refertate per intossicazione da fumo. Un dipendente della Klm colto da un principio di infarto è stato ricoverato all’ospedale di Ostia.
«Ho visto che dalla griglia di ventilazione, quella dietro il banco frigo del ristorante Gustavo, usciva del fumo nero e ho avvertito subito una coppia di poliziotti. E mentre loro andavano ad avvisare i vigili del fuoco, c’è stato uno scoppio, le fiamme stavano per attaccare la mia borsa e sono scappata via». È la testimonianza chiave di Alessandra, barista 25enne di Acilia, della catena Chef Express, che ha così fugato l’ipotesi di un attentato.
LA DINAMICA
Le telecamere interne rilevano che fumo e fiamme si propagano veloci dai controsoffitti. Proprio mercoledì era stato chiamato un tecnico per un surriscaldamento elettrico nella zona del frigo. Ma c’è un’altra testimonianza importante: un gruppo di italiani atterrati da Tenerife, via Barcellona, prima della mezzanotte giura di avere sentito una forte «puzza di plastica bruciata». Quando si è verificato, dunque, esattamente il corto circuito? Soprattutto: ha funzionato il sistema di prevenzione antincendio? Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato di Adr, la società che gestisce lo scalo, assicura: «Non c’è stato alcun ritardo nell’allarme. Ci sono 18mila rilevatori di fumo e hanno funzionato». Il sistema rileva il fumo ma non ci sono splinker che gettano acqua. Sarà il pm Valentina Zaratto a valutare ogni ipotesi avvalendosi di una consulenza tecnica.
Alla fine della giornata il Controllo Traffico registrerà la cancellazione di 250 partenze su mille e ritardi anche di tre ore e 50 (volo per Oslo SK4710) sul programma pomeridiano. Nemmeno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è riuscito a partire per Cagliari. I disagi maggiori sono per chi è in transito, con una connessione da prendere a Roma. Migliaia di persone hanno atteso per ore l’aereo, i più fortunati dovranno aspettare per potere ripartire, passando la notte in aeroporto o in albergo. Ma già oggi si annuncia un’altra giornata di disagi, con un altro 50% dei voli cancellati. Nella mattinata per motivi di sicurezza, l’Enac ha dato l’okay all’atterraggio di 19 voli intercontinentali. Tutte le operazioni di imbarco e sbarco sono state spostate ai terminal T1 e T2; il primo volo in partenza è stato “sbloccato” solo alle 14.51. Tra i viaggiatori rimasti a terra anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, diretto a Cagliari. I desk delle compagnie aeree sono state prese d’assalto. Bloccati anche i treni per Fiumicino, chiuse le rampe dell’A12 e del Gra con fortissime ripercussioni sul traffico romano.
POCHI VIGILI
L’incendio di ieri mette in luce un nervo scoperto: ogni giorno in tutta la provincia di Roma sono appena 350 i vigili del fuoco (al lordo di ferie e malattie) al lavoro. In aeroporto c’è una sola squadra, tecnicamente “partenza”, la 20A, formata da 5 uomini che è operativa per soccorsi “normali” ovvero non in pista. «Una sola partenza è poco - spiega Costantino Parisi, dell’Usb vigili del fuoco -. Oggi in tutto il Leonardo da Vinci ci sono 27-28 vigili, fino a 6 anni fa erano 39-40». Appena i primi pompieri l’altra notte hanno raggiunto il T3 hanno fatto scattare il livello rosso dell’emergenza aerea. «Per questo sono arrivate in ausilio come da manuale anche partenze da Ostia, dall’Eur, dal Tuscolano II e da La Rustica - continua Parisi - scoprendo altre postazioni o comunque, diminuendone la capacità di risposta alle emergenze. Una situazione non più tollerabile sotto la minaccia del terrorismo e il Giubileo».