ABRUZZO. Giornata di entusiasmo (quello del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso) e di contestazioni per l’arrivo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio in visita a Pescara per un convegno sulle infrastrutture e poi per la presentazione del suo libro.
Se il premier Matteo Renzi non si è mai visto in Abruzzo da quando ha assunto la carica di premier ieri si è avuta la sensazione di avere in città almeno uno dei vertici del governo nazionale. Tante rassicurazioni, tante promesse e tanti complimenti rivolti al presidente D’Alfonso (come quelli per la sua «sorprendente chiarezza»). Per Forza Italia si sarebbe trattato solo di una «passerella politica» fine a se stessa.
Tanti i temi affrontati, dal taglio dei punti nascita passando per il petrolio sebbene Delrio abbia ricordato che non è lui il ministro preposto.
Non sono mancate contestazioni: si è fatta sentire forte e chiara una delegazione dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati. Con bandiere rosse e striscioni i pensionati hanno fischiato contro ministro e governatore, urlando "vergogna".
I due hanno tirato dritto, uscendo dal Comune, in piazza Italia, per raggiungere la vicina piazza Sant'Andrea, spostandosi da una manifestazione all'altra, ma i pensionati li hanno seguiti, muniti di megafono, continuando a urlare i motivi del malcontento.
«Avete affamato l'Abruzzo» e «impoverito le zone interne, che sono state spogliate di posti di lavoro e sanita'» con riferimento, ad esempio, all'ospedale di Penne e al punto nascite di Sulmona.
E poi la richiesta che gli abruzzesi siano «uguali ai toscani». Sugli striscioni e sui manifesti esposti dai sindacati le frasi: 'Basta tagli ai pensionati', 'Basta tagli al futuro dei giovani' e 'Più equità, più giustizia'.
Tra loro anche gli attivisti del Comitato Pro Nascita di Sulmona.
«Si tratta di una trentina di dirigenti della Cgil che legittimamente ci hanno posto il problema dei punti nascita», ha poi spiegato D’Alfonso a Delrio. «La sfida per gli amministratori e i lavoratori del pubblico impiego e' produrre risultati che vanno verificati sul piano della modernità. La cosa fondamentale e' che nei prossimi 50 mesi accadano eventi di crescita misurabili, e su questo aspetto siamo pronti ad essere arricchiti dal punto di vista della cittadinanza».
A loro anche Delrio ha risposto dal palco del Sant’Andrea dicendo: «c'è un momento in cui gli interessi del singolo confliggono con quelli della collettività, ma bisogna diffidare del politico che vi dà ragione perché mira a prendere il vostro voto, mentre va ascoltato chi guarda al futuro e alla necessità di far nascere bambini in piena sicurezza».
CAPITOLO PETROLIO
Schierati davanti al Municipio di Pescara c’erano anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Mare Vivo, Arci e Fai con uno striscione con la scritta "sì al parco della costa teatina, non al petrolio".
«Ribadiamo che l'Abruzzo ha fatto la scelta precisa di chiedere un'economia diversa da quella antica del petrolio, in linea con le scelte della Regione», ha detto Luciano Di Tizio in rappresentanza delle associazioni.
«Non sono il ministro preposto», ha replicato Del Rio. «È complicato per me intervenire su questo tema. Capisco bene le vostre obiezioni. Il governo conosce le vostre obiezioni, qualcuno la pensa diversamente da voi». D'Alfonso dal canto suo ha annunciato di avere in programma un incontro sull'argomento con il ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi. Al ministro Delrio, D'Alfonso ha poi ricordato che «tutte le regioni della costa sono contrarie» alle trivelle sottolineando «noi abbiamo giurisdizionalizzato la nostra contrapposizione».
Gli ambientalisti hanno anche ribadito a chiare lettere che «il ministero dello Sviluppo Economico ha questo nome non a caso; non si chiama, infatti ministero dello Sviluppo Petrolifero» e hanno ricordato che «gli abruzzesi da anni stanno scendendo in piazza per dimostrare le loro scelte» come faranno ancora una volta il 23 maggio prossimo a Lanciano.
Wwf, Legambiente, Arci, Marevivo, Fai e Italia Nostra sfileranno ancora una volta dietro allo slogan "No al Petrolio, Si al Parco Nazionale della Costa Teatina" come hanno già fatto il 13 aprile del 2013, quando a Pescara sfilarono lungo le strade decine di migliaia di persone, in quella che è stata definita come la più grande manifestazione mai promossa in Abruzzo.
IL DOSSIER ABRUZZO
D’Alfonso ha poi consegnato a Delrio un dossier di 50 pagine con all’interno «il futuro di questa regione e l'idea di una programmazione in grado di far crescere tutto il territorio».
Le attenzioni sollecitate al ministro riguardano due aree d'azione: una più specificatamente politica con la quale si chiede «la dovuta attenzione del governo nazionale alla battaglia che sta portando avanti l'Abruzzo a livello europeo per il reingresso nella partita della Rete Ten-T per i corridoi della rete transeuropea dei trasporti, che rientra nella più generale partita della macroregione Adriatico-Ionica con l'alta velocità sulla linea Adriatica e l'integrazione del corridoio merci».
L’altra di carattere amministrativo «con l'indicazione specifica della priorità infrastrutturali della regione, nell'ottica della nuova visione governativa e del ministero dei Trasporti di opere utili alla collettività e alle imprese».
D’Alfonso ci ha inserito il nodo dei porti, «dove è vero non portiamo dall'anno zero, ma che dobbiamo concretizzare». In questo senso, il presidente ha fatto riferimento al porto di Vasto «a chiara vocazione industriale, punto di interesse delle grandi aziende della Val di Sangro», chiedendo un impegno per 10 milioni di euro per il completamento del collegamento ferroviario industriale.
E ancora sui porti, «quello commerciale di Ortona, che ha già un proprio Piano regolatore portuale» e quello di Pescara «per il quale è necessario un intervento definitivo».
Sull'aeroporto il presidente ha detto che «non è una concessione che questa regione si è fatta, ma è la connessione con l'Europa. Al Governo chiediamo che norme nazionali alleggeriscano la cogenza delle norme europee che rappresentano macigni per la sopravvivenza degli aeroporti minori di interesse nazionale». E ancora l'infrastruttura stradale e autostradale per la quale «sono necessarie opere che ne garantiscano la sicurezza come esplicazione del diritto di mobilità».
La situazione delle frane e la sicurezza del territorio, per la quale «la Regione in questo anno ha prodotto un dossier documentato con progetti esecutivi» e infine l'infrastrutturazione digitale della banda larga su cui «abbiamo avviato un grande progetto per le aree rurali ma ora sono necessari finanziamenti per il completamento sulle aree maggiormente antropizzate».
«GOVERNO TROVERA’ RISORSE»
Da Del Rio sono arrivate parole rassicuranti: «il Governo troverà le risorse economiche necessarie per i progetti esecutivi». Il ministro ha confermato che esiste «un piano generale di 6-7 miliardi di euro per mettere in sicurezza il Paese», che va dalla tutela del territorio fino all'edilizia scolastica.
E poi ha spiegato: «prima di pensare a nuove strade, prima di pensare a prorogare concessioni autostradali occorre mettere in sicurezza l'esistente. I progetti li paghiamo con i vostri soldi, io non sono il bancomat dei privati. Questo Paese ha bisogno di grandi manutenzioni».
RIFORMA DELLA SCUOLA
Un altro tema toccato è stato quello della scuola, capitolo scottante dopo la manifestazione dei giorni scorsi degli insegnanti di tutta Italia che contestano la riforma Renzi.
«Non si puo' fare la riforma della scuola senza ascoltare chi lavora nella scuola», ha detto Delrio. «Dentro una scuola - ha chiesto alla platea del cinema Sant'Andrea - chi e' che capisce cio' di cui c'e' bisogno? Quelli che la vivono».
Ma ha anche garantito che il governo Renzi ha avviato «il piu' grande processo di consultazione sulla scuola. Non e' sufficiente - ha aggiunto - perche' i fatti di questi giorni dimostrano che non e' stato sufficiente, quindi, con molta modestia, bisogna ripartire da capo. Ripartiamo, riragioniamo. Abbiamo ricevuto due milioni di mail, abbiamo fatto 400 incontri sui territori, ci sembrava di aver fatto una cosa giusta. Va bene, c'e' ancora da migliorare, ricominciamo, non c'e' problema»
FI: «BELLE CHIACCHIERE MA NO CERTEZZE»
«Un bel tavolo fiorito, relatori prestigiosi, uditorio numeroso ma alla fine il risultato è deludente: tante belle chiacchiere e zero euro per l'Abruzzo e le sue infrastrutture». Così il deputato Fabrizio Di Stefano e i Consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri e Emilio Iampieri hanno sintetizzato la visita del ministro. «Invece di un convegno - sottolineano i rappresentanti di Forza Italia - sarebbe stato più proficuo un tour operativo con il ministro affinché potesse visionare e toccare con mano la pesante situazione delle frane che in questi mesi hanno falcidiato l'Abruzzo. Ma gli abruzzesi si devono accontentare solo di piccoli cenni relativi al dissesto idrogeologico e alla volontà di mettere in sicurezza l'esistente. Il Governo di centrosinistra dimostra di preferire le passerelle farcite magari con qualche bella promessa di un fantomatico piano di lavoro pluriennale di opere infrastrutturali da realizzare».