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Data: 11/05/2015
Testata giornalistica: Il Sole 24 ore.com
Pensioni, fonti Ue: Italia monitorata in raccomandazioni. Mef: obiettivo deficit resta 2,6%

La Commissione Ue metterà l'Italia sotto “monitoraggio” nelle raccomandazioni-Paese di mercoledì prossimo, per capire l'impatto quantitativo della decisione della Consulta sulle pensioni. L'uso della flessibilità richiesto dall'Italia sarà quindi condizionato a quanto costerà risolvere il problema delle pensioni. Lo riferisce l'Ansa citando fonti Ue.

Mef: obiettivo deficit 2015 resta a 2,6%
A stretto giro la risposta del Mef. Fonti del ministero dell’Economia confermano che «l'Italia rispetterà il programma finanziario indicato nel Def, a cominciare dal deficit, che nel 2015 sarà al 2,6% come indicato nel quadro programmatico». «Lavoreremo per rispettare sia la sentenza che gli impegni verso i partner europei», spiegano al Tesoro, dove l'attenzione dell'Unione europea nei confronti del nostro Paese è considerata parte del normale e continuo scambio con Bruxelles. Il provvedimento che arriverà al prossimo consiglio dei ministri, insistono le fonti, delineerà una soluzione «compatibile con l'obiettivo programmatico del 2,6%». Il Governo conferma insomma di non essere in alcun modo intenzionato ad avvicinarsi troppo alla soglia del 3% per quest'anno. Ma per sciogliere il nodo indicizzazioni l'esecutivo rinuncerebbe anche all’idea circolata di salire a un livello di deficit pari al 2,7 o al 2,8% del Pil (con un'operazione da 4-5 miliardi).

Fonti Ue: Italia monitorata in raccomadazioni
La sentenza della Corte costituzionale, che ha reso invalida la decisione del governo Monti di abolire l'indicizzazione all'inflazione delle pensioni oltre i 1400 euro lordi, minaccia il futuro dei conti pubblici italiani. Il rischio è che i costi possano riportare il deficit italiano vicino o sopra al 3% del prodotto interno lordo. La Commissione Ue aspetta al varco le scelte italiane, mantenendo alta la guardia alla luce dell'elevato debito pubblico. Il pacchetto di raccomandazioni-Paese, previsto mercoledì, avrà due parti. Un primo capitolo includerà i suggerimenti di politica economica di Bruxelles. Il secondo capitolo conterrà invece una valutazione del Documento economico e finanziario (Def) presentato da Roma, e in particolare degli obiettivi di bilancio del governo.

Il Def prevede per il 2016 un aggiustamento dei conti pubblici dello 0,1% del Pil (0,25% nel 2015), rispetto a regole europee che prevedrebbero in teoria un taglio del deficit strutturale dello 0,25-0,5%, alla luce dell'elevato debito pubblico italiano. Il governo punta a una riduzione limitata del deficit strutturale, ricordando le nuove linee-guida sulla flessibilità di bilancio che sanciscono la possibilità di ridurre l'impegno in un contesto di crisi economica e in presenza di riforme significative. Ma l'uso della flessibilità richiesto dall'Italia resterebbe condizionato a quanto costerà risolvere il problema delle pensioni.

Fonti Ue: governo non comprometta il Patto di stabilità
Di fronte agli inattesi costi che l’Italia dovrà sostenere a causa della sentenza della Consulta, a Bruxelles si guarderà al rispetto del taglio del deficit strutturale, oltre che naturalmente al non superamento del limite del 3%. Fonti Ue, nei giorni scorsi, avevano fatto sapere che Bruxelles «aspetta la decisione del Governo su come attuare la sentenza della Consulta e ne valuterà l'impatto sui conti», ma «questo non deve compromettere l'impegno italiano a rispettare le regole del Patto di stabilità», perché «la sostenibilità dei conti deve restare una priorità anche alla luce dell'alta spesa pensionistica». Un monito, già lanciato già il 4 maggio («ogni cambiamento al Def va compensato»).

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