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Pescara, 24/11/2024
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Data: 13/05/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Consulta In bilico. 15 miliardi da statali e pensionati d’oro. Blocco stipendi, contributi di solidarietà, Equitalia: le misure al vaglio della Corte. Molte decisioni sono previste entro l’estate Madia rassicura: stop ai contratti legittimo.

ROMA Marianna Madia prova a rassicurare e si dice convinta che la Consulta non farà con il blocco dei contratti degli statali il bis delle pensioni. Gli stessi giudici, ricorda del resto il ministro, avevano già detto che la misura era consentita purché fosse «temporanea» ed avesse una destinazione «solidaristica». Insomma, il governo spera che la Corte dimentichi che i salari degli statali sono fermi da 5 anni e metta sul piatto della bilancia il fatto che i soldi risparmiati sugli stipendi pubblici sono in qualche modo ritornati nelle tasche dei più bisognosi sotto forma di bonus da 80 euro. Se gli argomenti non si dimostrassero convincenti sarebbero guai. Tra arretrati e adeguamenti, dopo le pensioni, il governo Renzi si dovrebbe mettere all’affannosa ricerca di altri 12 miliardi. Meglio essere fiduciosi. E anche un po’ scaramantici.
I PRECEDENTI Perché davvero il governo ormai sa che dal cilindro della Consulta può uscire qualsiasi numero. Il rosso come il nero. Un paio di mesi fa i supremi giudici avevano bocciato una vecchia norma di Tremonti, nota come Robin Tax, una tassa pensata dall’allora ministro dell’Economia per togliere ai ricchi (le società energetiche) per dare qualcosa ai poveri tramite le social card (ma molto di più al bilancio pubblico). Dopo sette anni dalla sua entrata in vigore la Consulta ha deciso che il prelievo era contro la Costituzione. Discriminatorio. Restituire i soldi alle imprese che l’avevano pagata, tuttavia, avrebbe comportato un esborso di diversi miliardi per le casse dello Stato. In quel caso, a differenza delle pensioni, la Corte ha deciso che una restituzione così massiccia sarebbe stata contraria all’articolo 81 della Carta, quello introdotto con il Fiscal Compact e che stabilisce l’equilibrio tra le spese e le entrate. Tradotto: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Con il corollario di un buco da un miliardo ma solo per il futuro. Il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, probabilmente anche con lo sguardo al cronoprogramma (da incubo per i conti pubblici) dei prossimi verdetti, aveva esultato: «La sentenza della Corte Costituzionale sulla cosiddetta Robin Tax? Ha un rilievo che definirei storico laddove stabilisce la non applicazione retroattiva della sentenza. Credo sia la prima volta che la Consulta si fa carico della possibile violazione dell’articolo 81 della Costituzione derivante da una sua decisione». Per ora, a dire il vero, è anche l’unica. E la speranza del Tesoro è che non sia l’ultima. Perché tra maggio e giugno sono attese altre pronunce della Consulta che potrebbero affondare il bilancio dello Stato.
I RISCHI La principale, come già detto, è quella sul blocco ormai quinquennale degli stipendi dei dipendenti pubblici che da sola vale 12 miliardi. Poi ce n’è una che riguarda la legittimità da parte di Equitalia di prelevare dalle cartelle esattoriali un aggio dell’8%. Una misura che se bocciata causerebbe un buco di 3 miliardi. E, infine, c’è una possibile sentenza bis sulle pensioni, quella che potrebbe bocciare il contributo di solidarietà tra il 6 e l’8% imposto dal governo Letta a quelle superiori a 90 mila euro. Un balzello ripresentato dopo che la stessa Corte aveva dichiarato incostituzionale un prelievo molto simile del governo Monti. E come dicevano i latini errare è umano, perseverare...

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