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Pescara, 24/11/2024
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16/05/2015
AbruzzoWeb
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Regione: tre funzionarie indagate per truffa e falso, una lavorava e candidata con Gatti. Sul registro degli indagati sono state iscritte Maria Saula Gambacorta, originaria di Teramo, Adriana Pasquini, nata a Castel del Monte (L’Aquila) e Romina Ciaffi, pure di Teramo. La Gambacorta è, tra l’altro, figlia di Giuliano Gambacorta, già segretario del presidente della Regione, Gianni Chiodi, nonché ex presidente di Sistema Spa, azienda che gestisce servizi complementari al trasporto Arpa
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TERAMO - Tre donne funzionarie della Regione Abruzzo sono state indagate per falso e truffa nell’ambito dell’inchiesta sulla legge per gli interventi a sostegno delle famiglie.
Le indagini della procura della Repubblica di Pescara affidate ai carabinieri riguardano la direzione delle Politiche attive del lavoro e sta verificando ad ampio raggio come venivano erogati i contributi all’interno dei progetti del Piano di interventi in favore delle famiglie, se sia tutto in regola o se invece ci siano delle sbavature.
Sul registro degli indagati sono state iscritte Maria Saula Gambacorta, originaria di Teramo, Adriana Pasquini, nata a Castel del Monte (L’Aquila) e Romina Ciaffi, pure di Teramo.
La curiosità è che una delle indagate, la Gambacorta, è stata candidata alle scorse elezioni comunali di Teramo dell’anno scorso nella lista “Futuro In” legata a Paolo Gatti, ex assessore regionale al Lavoro, l’ufficio dove la donna lavorava, e oggi vice presidente del Consiglio regionale in quota all’opposizione di centrodestra.
Un’esperienza politica non molto fortunata per la donna, visto che i 278 voti ottenuti non sono bastati a garantirle l’elezione in Consiglio comunale.
La Gambacorta è, tra l’altro, figlia di Giuliano Gambacorta, già segretario del presidente della Regione, Gianni Chiodi, nonché ex presidente di Sistema Spa, azienda che gestisce servizi complementari al trasporto Arpa.
L’indagine ha preso avvio a partire dall’esposto presentato da una donna originaria di Bussi sul Tirino (Teramo) dopo aver ricevuto un raccomandata con cui veniva invitata negli uffici della Regione a Pescara per un piano famiglia presentato da un’associazione dell’Aquilano di cui figurava essere il rappresentante legale.
La donna ha chiarito ai funzionari regionali di non sapere nulla di quell’associazione, di non esserne la rappresentante legale e di non avere mai chiesto contributi.
Allegato alla richiesta di contributi c’era un documento di identità simile a quello della donna per cui si ipotizza un furto di identità o un falso documento.
L’indagine ha portato i carabinieri negli uffici delle Politiche attive del lavoro, Formazione e istruzione, Politiche sociali con un decreto di sequestro della procura della Repubblica e avvertendo, come atto dovuto, i tre funzionari di essere sottoposti alle indagini.
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