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Pescara, 24/11/2024
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16/05/2015
Il Fatto Teramano
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Il metodo Gatti: profili penali sull’erogazione dei contributi regionali alle famiglie (Gatti, come le bugie, ha le gambe…corte) |
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A mia memoria non c’è un solo aspetto dell’attività politica di Paolo Gatti che non emani un olezzo di irregolarità (per usare un eufemismo). La rete di relazioni politico-professionali stesa dal micio ovunque abbia potuto mettere le mani è tentacolare, di puro stampo clientelare e di purissima discendenza veterodemocristiana. Ogni tanto qualcosa emerge, ma sono punte di un iceberg che resta per la grande parte sommerso e invisibile.
L’ultimo caso apparso sulle cronache è l’inchiesta penale aperta dalla Procura di Pescara (il fatto che sia Pescara lascia ben sperare, se fosse stata quella di Teramo avremmo meno speranze) relativa ai contributi regionali concernenti gli interventi a sostegno delle famiglie erogati durante l’assessorato di Paolo Gatti.
I reati ipotizzati dagli inquirenti sono robetta scottante: truffa e falso. Attualmente risultano indagate tre funzionarie della Regione Abruzzo: Saula Gambacorta (di Teramo), Romina Ciaffi (di Teramo) e Adriana Pasquini.
I magistrati sospettano che venissero avanzate domande di contributi da parte di soggetti che però non avevano in realtà chiesto nulla, per cui sembrerebbe che vi fossero dei furti di identità al fine di far presentare alla Regione richieste fittizie di contribuzione. Gli inquirenti adesso stanno verificando anche il rispetto di tutti i requisiti di legge relativi alla totalità dei progetti denominati “Piani di intervento in favore delle famiglie”.
Fin qui i fatti di pubblico dominio. Ma la vicenda è correlata a situazioni molto più ramificate e inquietanti, e se è vero che in materia di responsabilità penale vige la presunzione di innocenza, è altrettanto vero che dinanzi alle porcate politiche compiute da Paolo Gatti e dai suoi accoliti nel corso degli anni vige la assoluta presunzione di colpevolezza.
1) Intanto, sembra normale che un assessore regionale all’epoca in carica come Paolo Gatti abbia candidato nella propria lista personale al Comune di Teramo nel 2014 Saula Gambacorta, funzionario regionale preposto al settore di competenza proprio di Gatti e incaricata di servizi che concernono l’erogazione di contributi pubblici ai privati?
La candidatura appare quantomeno inopportuna e spregiudicata, se solo si consideri che il potere di concessione di contributi pubblici da parte della Regione ai cittadini ed associazioni richiedenti, avrebbe potuto in ipotesi suscitare l’impressione che dare il proprio voto alla funzionaria/candidata avrebbe potuto in qualche maniera agevolare l’effettiva elargizione dei contributi pubblici.
2) In secondo luogo, Saula Gambacorta sembrerebbe proprio essere la moglie di quell’Antonio Di Pasquale già beneficiario della raccomandazione per un posto di lavoro fatta in coppia da suo suocero Giuliano Gambacorta e da Gianni Chiodi (di cui Giuliano era segretario).
Non è infatti superfluo rammentare come l’ordinanza di arresto dell’ex assessore regionale Lanfranco Venturoni nel 2010, relativa all’inchiesta Rifiutopoli, conteneva il riferimento all’“interessamento di Venturoni per la proroga del contratto di lavoro con i Di Zio di Antonio Di Pasquale”. Di Pasquale “è il genero di Giuliano Gambacorta, segretario di Chiodi”. “L’interesse di Chiodi – dice il Gip – è scoperto e lo stesso Chiodi invia un sms a Di Zio”. Venturoni telefona a Di Zio: «Ti devo disturbare per il genero di quello lì, capito». La sintesi del Gip è questa: «Venturoni può chiedere, perché ha dato e darà; Di Zio concede, perché attende restituzioni». L’allora segretario di Chiodi, Giuliano Gambacorta, scriverà poi un sms a Venturoni per ringraziarlo: «Lanfranco, volevo informarti che Rodolfo Di Zio ha sistemato mio genero. Grazie per tutto. Sei un vero amico e conta su di me. Giuliano». Ad assunzione fatta sarà poi lo stesso Chiodi, il presidente della meritocrazia e dei banchetti dei disoccupati in campagna elettorale, a ringraziare Di Zio: «Caro Rodolfo, Giuliano mi ha detto che vi siete sentiti. Grazie e buona domenica».
Né è di poco momento ricordare il contesto nel quale tali raccomandazioni venivano effettuate: infatti nella requisitoria teramana del processo Rifiutopoli il PM ha parlato di “Piccola Mafia Capitale”, di un “quadro di desolante illegalità” e di logiche improntate al “guadagno facile che calpesta l’interesse dei cittadini”. Il collegio giudicante ha accolto integralmente tale tesi nelle motivazioni, disponendo la condanna degli imputati.
I giudici hanno ritenuto che vi fosse “Una sorta di “do ut des”, volto a garantire interessi privati anziché interessi pubblici”. Nella sentenza di condanna compaiono le seguenti considerazioni: “appare evidente che la Regione Abruzzo in quegli anni è stata vittima di un regime di monopolio nel settore dei rifiuti che, certamente, condizionava l’imposizione di tariffe alle pubbliche amministrazioni” (sul mercato privato c’erano solo le discariche e gli impianti gestiti dai Di Zio).
Naturalmente, spiega sempre la sentenza di primo grado, l’imbroglio fu reso possibile grazie a “condotte attive e conniventi, da parte di funzionari di enti amministrativi,di politici locali e di rilevanza nazionale (…) i quali, in cambio di vantaggi di varia natura come elargizioni di contributi elettorali, incarichi e consulenze, offerte di lavoro, assunzioni di persone amiche, partecipazioni in CdA di società di comodo, hanno consentito a Di Zio Rodolfo Valentino di divenire il dominus della situazione e di controllare il mercato regionale del settore in tutte le province abruzzesi”.
3) Se ciò non dovesse bastare, occorre pure sottolineare come la stessa Saula Gambacorta, oggi indagata per la sua attività professionale in Regione, sia appunto la figlia di Giuliano Gambacorta, non solo già noto alle cronache giudiziarie, ma anche consigliere comunale di Teramo nel decennio 2004-2014, durante il quale risulterebbe aver ricevuto presumibilmente in maniera indebita gli emolumenti relativi alla presidenza di una società controllata dalla società pubblica ARPA S.p.A.
A tale riguardo, già nel marzo 2012 lo scrivente si è premurato di inoltrare apposito esposto alla Corte dei Conti che ho parimenti reso pubblico e che ritrascrivo in quanto non ho mai ricevuto riscontro in merito:
“Ecc.ma Procura Generale della Corte dei Conti della Regione Abruzzo
ESPOSTO-DENUNCIA
presentato dal Sig. Christian Francia, residente a Teramo;
PREMESSO che nel mese di aprile del 2011 Giuliano Gambacorta, consigliere in carica dell’Amministrazione comunale di Teramo, è stato nominato dalla Regione Abruzzo quale Presidente della Sistema S.p.A., società controllata dall’ARPA S.p.A. e quindi dalla Regione, che si occupa di gestire il sistema di biglietteria e altri servizi della stessa ARPA S.p.A.;
CONSIDERATO:
- che, alla data odierna, il medesimo Giuliano Gambacorta risulta continuare a ricoprire entrambi i predetti ruoli;
- che l’art. 5 del D.L. n. 78/2010 (che apre il Capo II significativamente rubricato “Riduzione del costo degli apparati politici ed amministrativi”, titolo che racchiuche in modo palese la ratio normativa) al comma 5° così dispone: “ferme le incompatibilità previste dalla normativa vigente, nei confronti dei titolari di cariche elettive, lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell’art. 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, inclusa la partecipazione ad organi collegiali di qualsiasi tipo, può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute; eventuali gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 Euro a seduta”;
- che fra le pubbliche amministrazioni cui fa riferimento la norma rientrano a pieno titolo le Regioni, le Province ed i Comuni;
SI OSSERVA che, da informazioni assunte in via confidenziale, sembrerebbe che il Sig. Giuliano Gambacorta percepisca gli emolumenti relativi all’incarico di Presidente della Sistema S.p.A., incarico come sopra conferito dalla Regione Abruzzo;
SI DENUNCIANO all’Autorità Contabile competente i fatti di cui sopra affinché possa accertare:
- la effettività della permanenza in essere del doppio ruolo, in capo al medesimo soggetto, di consigliere comunale di Teramo e di Presidente della società Sistema S.p.A.;
- la applicabilità al caso di specie della norma di cui all’art. 5 comma 5° del D.L. n. 78 del 31 maggio 2010, convertito in Legge n. 122 del 30 luglio 2010;
- la ipotetica effettiva percezione degli emolumenti relativi all’incarico di Presidente della citata società a far data dalla nomina dell’aprile 2011 ad oggi;
- il danno all’erario eventualmente verificatosi a cagione della violazione del disposto normativo in parola;
- le eventuali responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nei confronti dell’erario;
SI CHIEDE altresì, a norma degli artt. 90 e 408 c.p.p., di essere sentito per fornire elementi di prova nonché di essere informato dell’eventuale archiviazione della presente istanza;
SI ALLEGANO: 1) parere interpretativo redatto dallo scrivente sui limiti di applicabilità della norma in questione; 2) recente articolo apparso il 22.02.2012 sul quotidiano di informazione giuridica on-line www.leggioggi.it (link: www.leggioggi.it/2012/02/22/la-nomina-di-amministratore-di-societa-partecipata-titolare-di-carica-elettiva/).
Con osservanza
F.to Christian Francia”
Nella favola il gatto era con gli stivali, ma a Paolo Gatti gli stivali non donano perché ha le gambe…corte!
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