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Pescara, 24/11/2024
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16/05/2015
Il Messaggero
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Scioperi, Roma bloccata da 170 ferrotranvieri. Ma la legge è congelata. I Cobas fermano metro e bus, a Milano il prefetto precetta. La stretta annunciata dal governo solo dopo le regionali. |
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ROMA Ormai è un appuntamento fisso: un venerdì nero, una volta al mese. Anzi meno di un mese. Anche ieri, infatti, la metropolitana di Roma è stata bloccata, a meno di 30 giorni dall’incredibile stop del 17 aprile che suscitò la rivolta di migliaia di passeggeri inferociti. Allora a scatenare il caos fu uno sciopero di un piccolo sindacato, l’Ugl (sul quale si innestarono errori dei dirigenti del traffico o boicottaggi, l’inchiesta è in corso) ieri il blocco porta la firma di un’altra mini-sigla: l’Usb. Che, come Il Messaggero è in grado di rivelare, conta appena 172 iscritti. Blocco legittimo, quello di ieri, perché sono state rispettate le fasce orarie minime di funzionamento del servizio. Ma il risultato è la fotocopia del 17 aprile: caos generale; muraglie di auto; centinaia di migliaia di persone che hanno perso preziose ore di lavoro; scuole semivuote. Un danno enorme non per l’azienda dei trasporti, l’Atac, che non fa sconti sugli abbonamenti, ma per l’intera collettività. Utilità dello sciopero? Zero. L’Usb ha testimoniato la sua opposizione contro il Jobs Act. Possibilità di cambiare il Jobs Act? Zero. Insomma, per quanto sia esasperante scriverlo per la centesima volta, anche ieri un sindacato che rappresenta l’1,5% degli autoferrotranvieri romani è riuscito a tenere in pugno la capitale d’Italia. E altre città italiane. LEGGE AGGIRATA Lo sciopero Usb è stato infatti ”nazionale” ma in due città ”fortunate”, Milano e Torino, i prefetti lo hanno vietato ricorrendo alla precettazione. A Torino per via del Salone del Libro, a Milano per l’Expo. Qui però il prefetto avrebbe esagerato per zelo. Pare infatti che i macchinisti Usb di Milano siano 7 (non è un errore, pare proprio 7). L’episodio di ieri, comunque, la dice lunga sul ”buco nero” della legge sui trasporti pubblici. Una legge fatta bene che ci viene invidiata dai tedeschi (dove la scorsa settimana i treni sono rimasti fermi per sei giorni) ma che - a causa dell’assenza di una legge di regolamentazione dei sindacati - lascia troppo spazio a piccole organizzazioni incredibilmente equiparate a quelle maggiori. «Nelle metropolitane basta lo stop di pochi addetti per bloccare tutto - spiega Giovani Luciano, segretario Fit-Cisl - Poiché chiunque può costituire un sindacato bastano due persone indire uno sciopero destinato ad affermare la propria esistenza». E così in Italia gli scioperi proclamati nei trasporti locali sono oltre 300 l’anno. Una follia. Che fare? Il governo sta pensando ad una legge che renda legittimi solo scioperi indetti da sindacati che rappresentano almeno il 50% della categoria. Si va verso un vertice governo-sindacati su questo tema subito dopo le regionali. Intanto un segnale ”politico” importante sul tema degli scioperi arriva dal contratto Fiat: i sindacati firmatari (tutti tranne la Fiom) hanno deciso di rinunciare al potere della propria organizzazione di indire scioperi per vertenze di fabbrica. Le agitazioni saranno indette, dopo un voto, dalla maggioranza dei delegati sindacali del singolo stabilimento.
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