ROMA «In Italia si sciopera molto di più rispetto ad altri paesi europei. La legge 146 del 1990 oggi può essere cambiata, ma se vogliamo approvare la riforma entro il Giubileo bisogna muoversi in tempi rapidi». Roberto Alesse, presidente dell’Autorità Garante sugli scioperi, chiede anche ai sindacati di cambiare passo: «Devono essere in grado di accettare la sfida della modernità».
Garante, perché a Milano si è precettato e a Roma no?
«A Milano il prefetto Tronca ha agito in maniera autonoma, dopo avermi informato preventivamente della decisione. Per tutta la giornata l'Expo è stata piena di turisti, studenti e cittadini. Se non si fosse precettato a queste persone sarebbe stato impedito di usufruire dei servizi pubblici essenziali durante un evento importante come l'Esposizione».
Anche a Roma, per il Giubileo, il prefetto è pronto alle precettazioni. È lo strumento giusto per evitare il caos?
«Incontrerò il prefetto Gabrielli la prossima settimana e ne parleremo. La precettazione è l'extrema ratio. Si tratta di un istituto eccezionale e molto delicato. Si può usare, ma con attenzione. Io l'ho ipotizzata nel caso dei sindacati che minacciano il blocco degli scrutini, perché questa azione sarebbe in contrasto con la regolamentazione che disciplina il comparto scuola».
Anche il governo si sta muovendo: il ministro Delrio, al Messaggero, ha parlato di un provvedimento che vincoli l'indizione dello sciopero a un referendum approvato dal 51% dei lavoratori. È la direzione giusta per tutelare sia chi protesta sia i cittadini?
«In Germania questa soglia è addirittura del 75%. Io credo che la legge sugli scioperi si possa modificare in qualche punto. Una delle esigenze primarie è la verifica dell’effettiva rappresentatività sindacale. Purtroppo oggi qualsiasi soggetto, anche non rappresentativo, può convocare uno sciopero. È un andazzo che non può più andare avanti. Serve una discussione ad ampio raggio in Parlamento su come modificare la legge 146 nell'interesse generale. I tempi per l'iter legislativo ci sono, se vogliamo approvarlo entro il Giubileo bisogna essere rapidi».
C'è spazio per una moratoria che abbia l'ok dei sindacati? Con il clima teso di questi mesi, che spiragli di successo possono esserci?
«Il tentativo di mediazione va fatto. L’Autorità è pronta a costituirsi come tavolo tecnico di discussione per raggiungere l'accordo, come avvenuto nel 2000. Ma serve il concorso di tutti».
In questi anni c’è stato chi ha abusato del diritto di sciopero?
«In Italia il numero delle proteste è di oltre il 30% in più rispetto alla media europea. E il settore dei trasporti è quello più colpito. Scontiamo un clima di tensione molto forte, che necessita il rilancio di un ampio metodo concertativo».
Che responsabilità hanno i sindacati?
«I sindacati sono un soggetto importante del sistema democratico, ma devono accettare la sfida della modernità. Mi sembra che continuino a leggere la situazione dei nostri giorni con la lente d'ingrandimento del passato, questo non è più possibile. Serve uno sforzo nell’interpretare le nuove dinamiche del lavoro».
(*) presidente dell’Autorità Garante sugli scioperi