ROMA Dopo il via libera dato dalla Camera al «super preside» ieri è stato approvato il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato. Ieri sera, dopo una maratona di votazioni andata avanti per tre giorni il ddl scuola ha affrontato l’articolo 10 quello più atteso e che riguarda la regolarizzazione di centomila precari. Rientrano i vincitori del concorso 2012 e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. Il numero delle assunzioni che riguardano la scuola primaria e secondaria sarà determinato dal ministero dell’Istruzione entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Dunque la riforma della scuola dopo una raffica di «sì» si avvia a concludere il suo iter parlamentare alla Camera. Oggi è previsto il voto finale e passerà al Senato. Ma ieri sono state passati anche due dei punti più controversi del testo di legge: le detrazioni fiscali per le famiglie che scelgono di far frequentare ai figli gli istituti privati e lo school bonus che sancisce la possibilità per i privati di fare donazioni alle scuole. Mentre il governo ha acconsentito di stralciare la possibilità per le scuole di ricevere il “5 per mille” (articolo17). Per la verità, quest’ultima norma è solo accantonata, in attesa di inserirla nella legge di Stabilità. L’ha confermato chiaramente ieri in Aula il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: «Il contenuto dell’articolo 17 verrà ripreso una volta trovati fondi diversi e non provenienti dall’istruzione. Il governo si impegna, ritenendo validissimo il principio che introduce, ad un successivo provvedimento magari che affronti temi di natura fiscale. Non si accantona né si abbandona l’idea molto utile e produttiva». Stralciato 5 per mille. Il governo ha dunque ceduto sull’articolo 17 che è stato soppresso. Il “5 per mille” rimarrà «uno strumento esclusivamente dedicato al volontariato» ha spiegato Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali e prima firmataria dell’emendamento che sopprime la norma. L’articolo aveva sollevato critiche sia dal mondo dei no-profit (che si vedeva ridotti gli stanziamenti), sia da parte di chi, docenti, sindacalisti, sinistra Pd, Movimento 5 Stelle e Sel obiettava che avrebbe ulteriormente allargato la forbice tra scuole “povere” e “ricche”. Soldi alle private. La Camera ha invece detto «sì» al governo su due articoli di cui i sindacati con lo sciopero generale del 5 maggio avevano chiesto la soppressione e che riguardano entrambi le scuole private: lo school bonus (18) e gli sgravi fiscali (19). Il primo prevede un credito d’imposta del 65% per il biennio 2015-16 e del 50% per il 2017 per chi effettua erogazioni in denaro per la realizzazione di nuove scuole, la manutenzione e il potenziamento di quelli esistenti sia statali che paritarie. Mentre l’articolo 19, la cui votazione è stata preceduta da un dibattito molto teso, prevede la detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica negli istituti paritari. Ha votato a favore anche Forza Italia, «no» invece da Sel, M5S hanno e ex viceministro Pd Stefano Fassina. Formazione e valutazione prof. Senza troppi problemi è passata la “card” per «l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado». L’articolo 12 parla di un voucher da 500 euro all’anno che ogni docente potrà utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, strumenti digitali, iscrizioni a corsi, ingresso a musei e mostre. La formazione dal prossimo anno diventa obbligatoria. L’articolo 13 invece istituisce il “fondo di valorizzazione del merito dei docenti”. Per la copertura del bonus, che sarà assegnato dal dirigente scolastico sulla base di criteri del Comitato di valutazione saranno stanziati 200 milioni di euro. Verranno premiati gli insegnanti che contribuiranno al miglioramento della scuola, per la qualità dell’insegnamento e la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi. Supplenze La Corte di Giustizia europea aveva dichiarato la normativa italiana sull’uso dei contratti a tempo determinato per il personale della scuola, non conforme all’accordo comunitario. Per l’articolo 14 i contratti dei docenti e del personale Ata non potranno superare i 36 mesi. Insegnanti educazione fisica I laureati in Scienze motorie dal prossimo anno scolastico saranno a tutti gli effetti docenti nelle scuole elementari. Fino adesso la loro presenza con i bambini richiedeva anche quella di un altro insegnante.