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Data: 21/05/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, rimborsi dal 40% al 10% Padoan: dal 2016 assegno più alto. Il ministro in audizione alla Camera: «Fatto il massimo, così l’Iva non sale». Oggi il testo alla firma del Quirinale.

ROMA Pier Carlo Padoan snocciola cifre e arriva ad evocare la Grecia. La risposta alla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco delle pensioni del governo Monti è stata rapida e nei limiti delle possibilità, proprio per evitare di perdere la fiducia dei mercati e di finire come Atene. Restituire «tutto a tutti», come in molti pure avevano chiesto, avrebbe comportato per le casse dello Stato un esborso di 17,6 miliardi subito e 4,5 miliardi l’anno. Un peso insostenibile. Il decreto del governo, che il ministro ha detto sarà oggi inviato al Quirinale per la firma del Capo dello Stato, è stato costruito in modo tale da mantenere inalterati tutti gli impegni presi con l’Europa. Ma avrebbe avuto anche altre conseguenze. Avrebbe costretto il governo ad aumentare la pressione fiscale e far scattare la clausola dell’Iva il prossimo anno. Uno scenario da incubo. Il rapporto tra il deficit e il Pil rimarrà invece al 2,6% e non ci saranno impatti sull’avanzo primario. Nella restituzione degli arretrati per l’inflazione non recuperata dal 2012 al 2014, Padoan ha dovuto insomma seguire un principio di realtà. Sul piatto è riuscito a mettere 2,2 miliardi, poco più del miliardo e seicento milioni del «tesoretto» dei conti.
IL MECCANISMO
Le poche risorse disponibili sono state concentrate soprattutto sulle pensioni più basse. Il meccanismo lo ha spiegato lo stesso ministro dell’Economia. Per le pensioni tra tre e quattro volte il minimo, cioè tra circa 1.500 e 2.000 euro al mese, il recupero sarà limitato al 40% dell’inflazione. Dai 2.000 ai 2.500 euro si scende subito al 20%. Tra i 2.500 e i 3.000 euro sarà possibile ottenere una perequazione pari solo ad un decimo dell’inflazione passata. Cosa questo significa in soldoni è stato sempre Padoan a spiegarlo citando tre casi. Chi ha una pensione lorda di 1.700 euro al mese, il primo di agosto riceverà un rimborso netto di 750 euro. Chi ha una pensione di 2.200 euro al mese ne incasserà 460 netti. Con un assegno di 2.700 euro il rimborso «una tantum» sarà di 230 euro. Il recupero dell’inflazione passata dal 2016 diventerà «strutturale», anche se limitato solo a circa il 20% dell’indice dei prezzi, e si sommerà a quello in vigore dal 2014 che prevede rivalutazioni che invece vanno dal 40% al 95% a seconda delle fasce di reddito. La somma delle due componenti della rivalutazione porterà ad assegni leggermente più alti di quelli che i pensionati avrebbero ottenuto a «legislazione vigente».
LE ALTRE MISURE
Il ministro ha poi confermato anche altre due indicazioni emerse nei giorni scorsi. La prima è che dal prossimo mese di agosto il pagamento delle pensioni avverrà il primo del mese e non più il dieci del mese. La seconda è che il provvedimento prevede anche uno stanziamento di un miliardo di euro per rifinanziare la cassa integrazione in deroga. I soldi saranno recuperati definanziando per la stessa cifra i nuovi ammortizzatori sociali, la Naspi, l’Aspi e la DisColl, entrati in vigore solo pochi giorni fa, il primo maggio scorso.

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