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Pescara, 24/11/2024
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Data: 22/05/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«Ipocrisia No-Triv: prima di protestare aprite gli occhi»

Trovo sacrosanto il diritto di manifestare contro un progetto, un provvedimento o una legge. Peraltro lo faccio anch’io, da sempre. Ma tutto questo non si può fare alimentando l'ipocrisia, regina del doppiogiochismo. La madre di tanti vizi di noi Italiani. In materia ambientale viviamo nella regione dell'ipocrisia, dove si scatenano allarmi ingiustificati per un banale progetto di routine come quello che prevede la realizzazione di una piattaforma petrolifera che, a livello di emissioni - dicono molti esperti - sviluppa meno di una macchina che percorre 16 chilometri al giorno in autostrada; mentre si fa poco rumore per centinaia di depuratori non funzionanti che rendono i nostri fiumi tra i più sporchi d'Italia. Viviamo nella regione dei paradossi, laddove i comuni che hanno conservato le bandiere blu, convivono da oltre 50 anni con piattaforme in produzione al largo delle proprie coste, mentre i comuni che non hanno impianti, in alcuni casi le perdono. Viviamo nella regione delle smentite continue e in cui le parole si usano in modo distorto. Viviamo nella regione delle barricate forzate, laddove si combattono anche le proposte che portano nuove opportunità come quella avanzata da Confindustria Abruzzo molti mesi fa che prevedeva un piano di ridiscussione nazionale sulle royalties, in modo da consentire una più vantaggiosa redistribuzione delle risorse economiche ai comuni investiti dalle produzioni offshore. Quando torneremo a ragionare prima di dire i nostri no (o i nostri sì) a prescindere? Possibile che non ci si rende conto che questo è il clima ideale per far proliferare gli pseudo amministratori e politici che fanno come i ladri di Pisa? Politici che sul territorio continuano a fare convegni e a votare all'unanimità contro l'industria degli idrocarburi e dei metanodotti salvo poi a Roma perderà la memoria. Nel 1700 il filosofo inglese Berkeley affermava: «Prima solleviamo la polvere e poi ci lamentiamo del fatto che non riusciamo a vedere». Non mi resta che aggiungere: «Siamo ancora nel Settecento, mentre altre regioni sono già nel futuro e basano il loro sviluppo sulla coesistenza tra più forme di energia».

Fabio Spinosa Pingue Imprenditore Agroalimentare

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