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Data: 23/05/2015
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Pensioni anticipate, l’ipotesi del ricalcolo. Poletti: cento opzioni allo studio, anche il conteggio sulla base di tutti i contributi versati Renzi: la riforma a settembre, il tema c’è. L’Ocse segnala l’aumento delle disuguaglianze. Inps, 230.000 persone in pensione da oltre 35 anni

ROMA - La modifica della legge Fornero, con il possibile pensionamento anticipato in cambio di un assegno ridotto, è «un tema vero, che c’è», secondo il premier Matteo Renzi. «Se però lo diciamo adesso sembra che sia un’operazione di campagna elettorale» ha spiegato ieri alla direzione del Pd. La verità è che la legge di Stabilità che dovrebbe raccogliere la proposta finale arriverà a settembre. Le idee al momento sono ancora confuse. Lo ha ammesso ieri il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, quando ha affermato che l’ipotesi di calcolare tutta la pensione con il metodo contributivo per consentire l’uscita anticipata rispetto all’età di vecchiaia, al momento tra le più accreditate, «è una delle 100 ipotesi».

Il disegno di legge ipotizza la possibilità di pensionamento anticipato

Sempre ieri, mentre il leader della Cisl, Anna Maria Furlan, reclamava una convocazione dei sindacati sulla flessibilità, il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), ha presentato un disegno di legge delega sul tema che ricalca quello presentato alla Camera da Damiano, Gnecchi e Baretta. «Il collega Pizzolante - ha detto Sacconi - lo sta presentando alla Camera». Il disegno di legge ipotizza la possibilità di pensionamento anticipato sulla base di due requisiti minimi, 62 anni di età e 35 anni di contributi, con una penalizzazione annua del 2% fino a un massimo dell’8%. Intanto Renzi misura in prima persona l’effetto esplosivo dell’annuncio, fatto lunedì scorso, sull’apertura del cantiere della flessibilità: nessuno parla più della sentenza della Consulta sul mancato adeguamento pensionistico, che era piombata come una mina sui conti pubblici. Ma anche le proteste sulla soluzione trovata con il decreto, un minirimborso per 4 milioni di pensionati, sembrano oscurate. Per Renzi pare non esistano: «Intanto abbiamo recuperato due miliardi di euro e li diamo a quei quattro milioni di cittadini che ne hanno titolo» ha riassunto ieri. Un risultato positivo che associa ai primi frutti del Jobs act sull’occupazione: «Per 20 anni - ha affermato a Vicenza in un incontro elettorale per le regionali in Veneto - la classe dirigente italiana si è dimenticata di una generazione. Dare lavoro a tempo indeterminato è la cosa più di sinistra che potevamo fare. Oggi l’occupazione sta crescendo».

L’Ocse ha posto l’accento sulle diseguaglianze economiche

L’Ocse, organizzazione internazionale, in un rapporto presentato ieri, ha posto però l’accento sulle diseguaglianze economiche: in Italia il 10% più ricco della popolazione guadagnava nel 2013 undici volte di più del 10% più povero, contro il 9,6 della media Ocse. Lo studio sottolinea che la diseguaglianza in Italia «è aumentata dalla metà degli anni 80», come in Germania, Usa, Gran Bretagna, Francia e Spagna. Da noi la crisi ha colpito maggiormente le famiglie a basso reddito, le cui entrate sono scese del 4% medio annuo tra il 2007 e il 2010, mentre il reddito medio totale è sceso del 2% e quello delle famiglie più ricche dell’1%. L’indice Gini, che misura le differenze nella distribuzione della ricchezza, è salito nel periodo 2007-2011 di tre punti ed è il 6° più alto d’Europa e il 13° dell’Ocse. Ieri le associazioni del terzo settore confluite nell’Alleanza contro la povertà hanno chiesto a Poletti di accogliere nella prossima legge di Stabilità la loro proposta sul Reddito di Inclusione sociale che combatte proprio le disparità.

Inps, 230.000 persone in pensione da oltre 35 anni
I dati degli osservatori statistici dell’Istituto di Previdenza: 55 anni è l’età media di decorrenza prima del 1980 ( contro i 63,3 nel 2014)

Su circa 9,4 milioni di pensioni di vecchiaia e anzianità vigenti a fine 2014 quasi 230.000 sono pagate a persone ritirate dal lavoro prima del 1980 quindi oltre 35 anni fa. È quanto emerge dagli osservatori statistici Inps. L’età media alla decorrenza per le pensioni decorrenti prima del 1980 è di 55 anni (53,3 per le pensioni anticipate) contro i 63,3 nel 2014).

I dati dell’osservatorio

Nel 2014 sono state erogate 83.822 pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia con un calo del 43,7% rispetto alle 149.129 del 2011 (prima della riforma Fornero) e del 21,7% sul 2013. Lo si legge sugli osservatori Inps. È l’effetto della stretta sulle anzianità che prevede che per l’uscita servano 42 anni e sei mesi di contributi (41,6 per le donne).

Le pensioni vigenti dell’Inps sono 18,04 milioni

Nel complesso le pensioni vigenti dell’Inps sono 18,04 milioni, 9,4 dei quali di vecchiaia (5,047 milioni), anzianità (4,058 milioni) o prepensionamento (284.130). Dagli osservatori emerge che tra le pensioni ancora in essere ce ne sono 229.000 con decorrenza anteriore al 1980 (43.000 delle quali di anzianità grazie alle regole di allora molto più generose sull’uscita anticipata rispetto alla vecchiaia). L’età media alla decorrenza di questi assegni è di 53,3 anni per le anzianità e di 55,77 per la vecchiaia dato che allora le donne uscivano dal lavoro a 55 anni (gli uomini a 60).

Molte le baby pensioni

Per la pensione anticipata rispetto alla vecchiaia l’età media alla decorrenza è ancora inferiore ai 60 anni (59,83 anni nel 2014) con un aumento rispetto al 2011, anno precedente all’introduzione della stretta sulla pensione anticipata introdotta dalla legge Fornero, di appena un anno (la media era a 58,82 anni), nonostante l’abolizione delle quote e l’aumento a 42 anni (oltre alla speranza di vita) dei contributi necessari a uscire dal lavoro. Per la vecchiaia invece l’innalzamento dell’età media alla decorrenza è stato significativo con tre anni rispetto al 2011 (66,41 nel 2014 a fronte di 63,46 grazie all’incremento dell’età per l’uscita delle donne) e quasi 10 anni rispetto a trent’anni fa. Nel complesso oltre 760.000 persone con pensione previdenziale di vecchiaia, anzianità o prepensionamento percepiscono l’assegno da oltre 30 anni (con trattamenti decorrenti dal 1985 o prima), tra questi molti grazie alle baby pensioni in vigore fino al 1992.

Nel 2014 solo 83.000 anzianità

Nel 2014 sono state erogate 83.822 pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia con un calo del 43,7% rispetto alle 149.129 del 2011 (prima della riforma Fornero) e del 21,7% sul 2013. Lo si legge sugli osservatori Inps. È l’effetto della stretta sulle anzianità che prevede che per l’uscita servano 42 anni e sei mesi di contributi (41,6 per le donne).

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