PESCARA I sindacati Filt-Cgil e Ugl hanno deciso di confermare lo sciopero regionale di 4 ore di venerdì 29 maggio per l'intero settore del trasporto pubblico locale regionale per protestare contro il piano industriale della nuova società TUA. Lo comunica la società Arpa che precisa che per i servizi delle autolinee regionali pubbliche abruzzesi sono a rischio le corse comprese nella fascia oraria che va dalle ore 9,30 alle ore 13,30. Arpa precisa anche che a causa delle modalità dell’agitazione, la ripresa del servizio immediatamente dopo lo sciopero per alcune corse potrebbe non essere assicurata. Dunque si conferma la divisione tra i sindacati abruzzesi dei trasporti dopo la presa di distanza dallo sciopero da parte di Fit-Cisl, Uil e Faisa-Cisal, che hanno invece ottenuto l'apertura di un tavolo separato con la Regione per affrontare piano industriale, risorse e prospettive del trasporto pubblico locale abruzzese. La Filt-Cgil sta intanto sta continuando a fare assemblee, in programma fino al 28, su tutti i posti di lavoro. Quali i motivi della protesta? Secondo Filt-Cgil e Ugl Autoferrotranviari a quasi un anno dall'insediamento del nuovo governo regionale, se si esclude l'unificazione delle tre aziende, non si sono registrati quei segnali di discontinuità e di inversione di tendenza rispetto al passato che erano stati invece ampiamente preannunciati. «La Regione», ha spiegato il segretario regionale della Filt, Franco Rolandi, «ci ha consegnato una bozza del piano industriale, che contiene la stessa ricetta che era stata proposta dal centrodestra». Il riferimento è al taglio dei servizi, «attraverso la subconcessione, con 1,6 milioni di chilometri ceduti a privati e 1,3 milioni di chilometri oggetto di soppressione», al piano di prepensionamenti, «situazione ancora molto poco chiara», alla riforma del sistema tariffario, «di cui non c'è traccia», perché «il biglietto unico al momento c'è solo per l'area metropolitana pescarese e la bozza prevede solo di rimodulare ciò che già c'è». I due sindacati sottolineano che tra ciò che aveva previsto il governo Chiodi e l'impostazione del governo D'Alfonso non ci sono differenze, «ma anzi le novità sono peggiorative, come, ad esempio, il taglio di dieci milioni che, contrariamente a quanto si dice, non ha nulla a che vedere coi tagli del governo centrale».