ROMA Era prevedibile. Ai sindacati l’uscita di Renzi sul ”sindacato unico” non è andata giù. A dire il vero vanno segnalati molti distinguo, in particolare dalla Cisl che anche se non ufficialmente non sembra guardare con troppa irritazione ad una legge sulla rappresentanza. Chi invece Renzi proprio non lo digerisce è Susanna Camusso, segretario della Cgil che ieri ha reagito così alle dichiarazioni del premier: ««Penso che il tema del sindacato sia quello del sindacato unitario. Il sindacato unico è invece una concezione che esiste solo nei regimi totalitari».
Renzi in realtà a ”Bersaglio mobile” su La7 nella tarda serata dell’altro ieri aveva fatto dichiarazioni un po’ più articolate. Auspicando, «prima o poi» la nascita di «un sindacato unico» ma dicendo soprattutto che vorrebbe «una legge sulla rappresentanza e non più sigle su sigle su sigle - ha aggiunto il premier - Ci sono cose dei sindacati che non capisco». Una concezione «concettualmente sbagliata», replica il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ai microfoni di Radio Rai. E aggiunge: «Il governo non interferisca con le scelte dei lavoratori»
Ancora più netta il segretario generale Fp-Cgil, Rossana Dettori: «Potrei rispondere a Renzi che sarebbe meglio avere un unico partito di sinistra ma noi non entriamo nelle scelte che fanno i partiti e il partito e il presidente del Consiglio farebbe meglio a non interferire con le scelte che i lavoratori liberamente fanno di iscriversi al sindacato - aggiunge Dettori - I lavoratori e i pensionati scelgono secondo i programmi e la cultura di un sindacato di appartenenza».
L’ALLARME UIL
Molto negative anche le reazioni del segretario della Uil, Carmelo Barbagallo: «Renzi auspica il sindacato unico. Dimentica, forse - hadetto ieri Barbagallo - che esperienze del genere sono, nella maggior parte dei casi, in Paesi totalitari». Secondo il leader Uil: «Sembra che il premier voglia far prevalere il modello dell'uomo solo al comando e che intenda esportare questa sua idea anche nel mondo del lavoro e del sociale».
Più articolato e meno negativo l’atteggiamento della Cisl. Secondo il leader della Cisl, Annamaria Furlan: «l’Italia non ha bisogno di un sindacato unico ma di sindacati responsabili e riformatori». «Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco. Piuttosto il governo si occupi dei problemi veri a partire da crescita e lavoro», sottolinea la Furlan. Sindacati responsabili e riformatori, dice Furlan: «capaci come ha fatto sempre la Cisl nella sua storia di guidare le trasformazioni del Paese con una linea partecipativa e non antagonistica, assumendosi le responsabilità con la politica di concertazione e con accordi sindacali innovativi a livello nazionale, territoriale ed aziendale. Questo è quello di cui ha bisogno il nostro Paese».
E la rappresentanza? Possibile che le città italiane debbano essere spesso ostaggio di scioperi di piccoli sindacati in grado di bloccare le metropolitane? «Noi - ricorda il segretario generale della Cisl - abbiamo siglato un accordo insieme a Cgil e Uil e le associazioni imprenditoriali che regola in maniera chiara sia la validazione degli accordi sia la rappresentatività del sindacato, cosa che avviene già anche nel settore pubblico. Non serve a niente alzare polveroni su questo tema».