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Data: 24/05/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Lanciano e la marcia dei 60mila: «Basta trivelle in Adriatico». Comitati, centri sociali, cantine, sindacati, ristoratori, studenti, scout, sindaci: un fiume di folla ha sfilato per dire no allo sfruttamento del mare. Don Patriciello: «Siete la parte più bella d’Italia»

LANCIANO «Siete la parte più bella dell'Italia». Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e simbolo della lotta alle ecomafie della Terra dei Fuochi sintetizza così il colpo d'occhio sui 60mila manifestanti, secondo gli organizzatori, scesi ieri in piazza contro il petrolio e le trivelle. La manifestazione “No Ombrina, salviamo l'Adriatico” è andata ben oltre le aspettative degli organizzatori. Una imponente massa umana che, democraticamente e festosamente, ha sfilato per 4 chilometri gridando la propria rabbia contro le scelte calate dall'alto e la speranza per una costa libera dalle perforazioni e dalle piattaforme petrolifere. Nonostante la massiccia adesione da parte delle associazioni (in 482 hanno firmato la partecipazione al corteo tra comuni, comitati, centri sociali, cantine, ristoratori e albergatori, sindacati, partiti e movimenti politici, associazioni di categoria e professionali, scuole, rappresentanti della chiesa) nessuno sperava in una tale, pantagruelica, dilagante, eterogenea ed appassionata festa di piazza. La parola da ieri, è stata consegnata direttamente in mano alla politica e al governo. «Luciano D'Alfonso», arringa dal palco in piazza Plebiscito l'attivista di Nuovo Senso Civico, Franco Mastrangelo «in tanti ti hanno creduto quando in campagna elettorale avevi giurato che avresti fermato gli ufo, ossia le trivelle in mare. E ora Luciano che ci dici? Vogliamo continuare a fidarci di te, ma tu devi dare delle risposte a questa gente». «Non è vero che è già tutto deciso» prosegue Mastrangelo «le uniche battaglie che si perdono sono quelle che non si combattono». E le decine di migliaia di manifestanti erano lì a ricordarlo. Perchè l'Abruzzo che ama il verde, l'ambiente, la sostenibilità ambientale, la pesca, i vigneti e il turismo ha già combattuto e vinto altre battaglie. Gli organizzatori del corteo (le associazioni Nuovo Senso Civico, Zona 22, Forum abruzzese per l'acqua, Comitato No Petrolio, No Triv) non si stancano di ripeterlo a chi è in marcia. «L'inizio della storia della tutela ambientale in Abruzzo» interviene il sindaco e presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo «è iniziata nel 1972, con la battaglia, vinta, contro la Sangro Chimica. Ma poi sono arrivate le lotte contro il Centro Oli, contro la Forest Oil di Bomba, tutte vinte». «L'ecoristoro non esiste» incalza Pupillo «è una scusa per depredare il nostro territorio. Io faccio parte dello schieramento politico di questo governo, ma lo sento lontano dai cittadini. Sono orgoglioso invece delle tante fasce tricolore che sono arrivate qui a Lanciano, città della Resistenza al nazifascismo. Ho visto anche qualche rappresentante regionale (il presidente del consiglio Giuseppe Di Pangrazio assieme ad altri consiglieri ndc): adesso mi aspetto che tutti insieme facciano una delibera contro Ombrina». Tanti i manifesti e gli slogan contro il decreto Sblocca Italia. A chiamare direttamente in causa il presidente del Consiglio Matteo Renzi ci ha pensato Greenpeace che ha affisso un enorme manifesto giallo sulla torre civica del comune raffigurante un Renzi sorridente che esclama “Più trivelle per tutti” e lo slogan “Stop Fossil go renewable”. Dal palco della piazza è arrivata anche la testimonianza commossa di una cittadina della Val D'Agri in Basilicata: «Temo che a questa gente non serva il petrolio» dice trattenendo le lacrime «che è sporco e di bassissima qualità, temo che serva semplicemente procurarsi il vuoto, per riempirlo di rifiuti tossici». «In Campania siamo stati ingannati per anni» dice ancora don Patriciello, invitato dal vicario generale della diocesi di Lanciano-Ortona, don Michele Di Lorenzo «ci dicevano che il problema era “a monnezza” e invece erano i rifiuti industriali. Se avessimo avuto una politica accorta, delle istituzioni attente, tutto questo non sarebbe successo. Adesso non ci resta che leccarci le ferite. Siamo arrivati dopo, ma voi arrivate prima, non permettete al petrolio di distruggere l'Abruzzo». Presente, tornata apposta dall'America dove vive e insegna all'università della California, anche la professoressa Maria Rita D'Orsogna, paladina delle battaglie contro il petrolio. «Sono felice di vedere che è cresciuta la consapevolezza negli abruzzesi» dice «quello che è accaduto in California (80mila litri di petrolio si sono riversati sulle coste di Santa Barbara a causa della rottura di un oleodotto ndc) per l'Adriatico sarebbe la morte definitiva. Si sappia che se è accaduto negli Stati Uniti, dove i controlli sono estremamente accurati, può accadere ovunque. Le manutenzioni di chilometri di oleodotti costano». «Domani (oggi per chi legge) »afferma Augusto De Sanctis del Forum abruzzese per l'acqua «ci sarà l'assemblea nazionale Blocca lo Sblocca Italia, dove i comitati da tutta Italia decideranno assieme le prossime iniziative per salvare il nostro Belpaese. Noi partiremo da queste migliaia di persone, da questa piazza, da questo esempio di democrazia: non potranno più ignorarci».

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