In quattro mesi l’ente regionale ha tirato fuori 1,6milioni
mentre in commissione giace da mesi la proposta sui tagli
«Non è vero che ho percepito tutti quei soldi. Io, come gli altri quattro miei colleghi del gruppo consiliare di M5S, abbiamo restituito il 70 per cento dei compensi, così come stabilito fin dal primo giorno in cui siamo stati eletti». Il consigliere regionale Domenico Pettinari si tira fuori dallo stipendificio del consiglio regionale e fa un po’ di conti: «Se gli altri hanno percepito circa 110mila euro a testa, noi abbiamo preso 30-35mila euro ciascuno perché il resto lo abbiamo restituito». Il gruppo di M5S Abruzzo partecipa come tutti i consiglieri regionali del partito, alla costituzione del fondo per il microcredito delle piccole medio imprese. «Anche se la burocrazia è un po’ lunga», precisa Pettinari, «ad oggi siamo in totale sopra i 200mila euro, personalmente ho restituito sui 40mila euro». Pettinari ci tiene a precisare un’altra cosa e riguarda i rimborsi spesa: «M5S prende solo quello che effettivamente spende, non un euro in più. Non è come gli altri che prendono tutto, a prescindere».PESCARA Primo il governatore Luciano D’’Alfonso, secondo il presidente del consiglio regionale GiuseppeDi Pangrazio, terzo il vice Lucrezio Paolini; a seguire gli assessori Silvio Paolucci, Marinella Sclocco e Dino Pepe. Ciò che può sembrare un ordine di arrivo di una gara ciciclistica, è in realtà la classifica dei compensi dei nostri politici in consiglio regionale. Componenti di giunta e consiglieri, presidenti delle svariate commissioni, capigruppo: nella tabella che pubblichiamo accanto ce n’è per tutti i gusti. Quello che balza agli occhi è il conto finale dei primi quattro mesi del 2015 dei quali sono stati diffusi i dati direttamente dal consiglio regionale: 1,6 milioni di euro, a tanto ammontano finora i costi della politica. Lo stipendio si compone di una quota fissa, di una indennità di funzione, di gettoni forfettari per le attività svolte e di un rimborso chilometrico forfettario che varia a seconda della distanza tra il luogo di residenza del consigliere e la sede istituzionale del Consiglio. Lo stipendio si compone di una quota fissa, di una indennità di funzione, di gettoni forfettari per le attività svolte e di un rimborso chilometrico forfettario che varia a seconda della distanza tra il luogo di residenza del consigliere e la sede istituzionale del Consiglio. A questa cifra va aggiunta a fine mandato una indennità equivalente a una mensilità moltiplicata per gli anni di permanenza in Consiglio. Ci sono poi i rimborsi spese per le missioni ai i componenti di giunta ed il governatore avevano decido di rinunciare mantenendo tuttavia i rimborsi da consiglieri. Guardando le varie componenti dello stipendio dei nostri politici c’è da pensare che i tagli adoperati finora non sono stati sufficienti. Il “vitello” è ancora grasso: anche perché in 35 anni di attività l’ente Regione ha accumulato tanti di quei privilegi che un semplice lavoro di forbici non basta. Basta capire se esiste la volontà di farlo. Perché, ad esempio, da mesi la commissione Bilancio non riesce a discutere della proposta di legge del Movimento Cinque Stelle sui tagli ai costi della politica malgrado il parere positivo degli uffici e dei dirigenti sentiti in commissione. Perché? Troppe e ripetute assenze. Ma adesso in Commissione dovrebbe arrivare D’Alfonso...