Sindacati di protesta e di proposta. Cgil, Cisl, Uil e Ugl - con rappresentanza di pensionati al seguito - hanno manifestato con striscioni e bandiere davanti al Comune contro i drastici tagli al sociale decisi dall’amministrazione Alessandrini per cercare di tenere in equilibrio i conti malandati del Palazzo. Poi sono saliti al primo piano per incontrare il sindaco - non in consiglio comunale perché la seduta era stata revocata, ma in sala giunta -. Lì, dopo un lungo confronto ad alta tensione, hanno trovato l’intesa sulla convocazione di un tavolo per ridiscutere di Isee e altri temi sul sociale. Tavolo, è stato concordato con il sindaco alla presenza dell’assessore Bruna Sammassimo, della consigliera Daniela Santroni di Sel e dei dirigenti Fabio Zuccarini ed Enrica Di Paolo, al quale siederanno politici e dirigenti del settore finanze.
I sindacalisti - da Paolo Castellucci, con Emilia Di Nicola, Luca Ondifero, Umberto Coccia, Roberto Di Luca e Gianna De Amicis - hanno attribuito responsabilità agli amministratori pescaresi di oggi, di ieri e anche dell’altroieri per la situazione di predissesto. «Con 150 milioni di residui attivi che non si recupereranno mai, la responsabilità è vostra e di molti che vi hanno preceduto, il problema non sono i tagli dallo Stato ma anni di ammministrazioni che hanno costruito la montagna del debito» ha attaccato Castellucci. Forte la levata di scudi in difesa delle fasce più deboli colpite dall’abbassamento drastico della soglia (da 16.040 euro a 10mila euro di reddito lordo) cui è riconosciuta l’esenzione dal pagamento dell’addizionale Irpef. «La quota di 16mila euro era stata per noi una grande conquista, un risultato da difendere» ha sostenuto Umberto Coccia della Cisl, ma a distanza di un solo anno le condizioni per riuscirci non esistono più. E forse non c’erano neppure prima. «Ci state dicendo che pensionati e lavoratori cassintegrati sono ricchi perché possono permettersi di pagare mentre si salveranno i grandi evasori» ha tuonato Luca Ondifero a un sindaco Alessandrini paziente nell’ascolto quanto fermo sulle posizioni dettate dai numeri: i soldi sono finiti, dunque i tagli sono inevitabili, pur nella speranza di raccogliere risorse grazie all’atteso decreto del governo sugli enti locali che dovrebbe arrivare tra oggi e lunedì. «Diciamo pure che abbiamo trovato uno scoperto di conto corrente per 26 milioni e che lo Stato in cinque anni è passato da 30 a 3 milioni di trasferimenti, e la situazione è cambiata più volte in queste settimane» ha spiegato la Sammassimo rispondendo alle proteste dei sindacati per non essere stati informati prima.
Alle contestazioni espresse dai sindacati su un volantino ha risposto Daniela Santroni, Sel: «Abbiamo difeso il sociale per quanto possibile, non è vero che aumentano asili e mense. C’è un ritocco alle tariffe del trasporto scolastico ma il 90% degli scolari è esentato».