Dice di essere «sotto choc» e di faticare a mettere insieme i ricordi di ieri mattina. Una giornata di lavoro come tante altre, per Alessandro Pelosi, si è trasformata in un incubo: il treno che guidava, nella galleria prima della fermata “Eur Palasport”, è finito a trenta chilometri all’ora addosso al convoglio che stava già entrando in stazione, causando decine di feriti. Pelosi, dopo il tamponamento, è stato ricoverato in codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio. Quando esce ha una vistosa fasciatura bianca sul braccio ma è il volto, coperto di lacrime, a colpire di più. «Sono sconvolto, non so cosa sia successo», dice mentre si infila dentro una volante della polizia e lascia l’ospedale di piazzale dell’Umanesimo. Poco dopo, tornato a casa, risponde a qualche domanda. Anche se premette di essere ancora «molto confuso» sulle dinamiche dello scontro. Di una cosa però si dice certo: «I dispositivi di sicurezza funzionavano, era tutto regolare, tutto a posto».
Pelosi, si è reso conto di cosa abbia potuto causare l’incidente? Perché il treno non ha frenato in tempo? L'assessore Improta ha parlato subito di un «errore umano»...
«In questo momento sono confuso, non riesco a parlarne. Tanto adesso lo so come andranno le cose. La colpa finirà sicuramente nel ricadere su chi stava alla guida del treno, sul macchinista, perché è l'ultimo dei dipendenti. Purtroppo è questa è la realtà».
Ma come è possibile che il treno non si sia fermato in tempo?
«Non lo so... Sono sincero ho la testa che è in totale confusione adesso. Sono ancora sotto choc per tutta questa situazione, faccio fatica a parlare di quanto è avvenuto stamattina».
Un perito della Procura di Roma si sta occupando di ricostruire esattamente le dinamiche dei fatti. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che non sia stato attivo, al momento dello scontro, il dispositivo di sicurezza del treno. Possibile che se il comando fosse stato in funzione il treno non si sia arrestato?
«Tutti i dispositivi di sicurezza erano funzionanti, tutto regolare. Tutto a posto».
Quindi è vero quello che dice l'assessore Improta. Si è trattato di un errore umano, non ha frenato in tempo?
«Ma no, le cose non sono andate così».
Come sono andate allora? Non si sente in colpa per i 21 feriti?
«Io so solo una cosa, che non è stata colpa mia. È una situazione pesante. Non mi va di parlarne. Ora so che ci sarà un'inchiesta interna di Atac che si occuperà di chiarire le dinamiche dell’incidente. Ci saranno i legali di mezzo. Anche l'azienda fornirà la sua versione. Per il momento la situazione è questa. Dopo si vedrà. Io in questo momento non so cosa dire».
A suo carico è stato avviato un provvedimento disciplinare?
«Io non ne so niente. Ma ripeto, so come andrà a finire tutta questa vicenda. Come al solito adesso la colpa finirà sul macchinista. A pagare sono sempre gli ultimi».