Brutta sorpresa, ieri mattina, per i pendolari della linea Termini-Giardinetti. Un nuovo caso scuote l’Atac, dopo lo sciopero selvaggio dei conducenti della linea A del metrò del 17 aprile. Questa volta però riguarda la ferrovia urbana che collega la periferie Est di Roma a Termini. Quattro macchinisti malati su cinque in turno venerdì 5 giugno si sono messi in malattia. E nella fascia oraria del primo mattino il servizio è stato interrotto fra le proteste dei viaggiatori: la linea infatti è molto utilizzata dai lavoratori che dalla periferia romana quotidianamente devono raggiungere il centro. «È sempre un percorso ad ostacoli per noi arrivare a lavoro - tuonano alcuni pendolari - Viaggiamo su una tratta vecchia e ora ci si mettono pure le problematiche interne. Noi paghiamo e intanto è sempre il solito inferno». In effetti, da giovedì scorso i macchinisti hanno annunciato lo sciopero degli straordinari, che ha già causato non pochi disagi per i passeggeri e la cui conclusione è prevista il prossimo mercoledì, giornata in cui comunque è già previsto (10 giugno), uno sciopero dei mezzi pubblici. Certo le cose non vanno per niente bene: si tratta del terzo sciopero dell’Atac in meno di due mesi e le agitazioni del 17 aprile e del 15 maggio avevano portato alla chiusura della linea A e linea B della metro e pesanti rallentamenti degli autobus. Ieri però è scattata una nuova e improvvisa malattia che qualcuno ha già associato, anche se assai più modesta nel numero, al caso dei vigili urbani che si dettero in gran parte malati la notte di Capodanno.
INDAGINI INTERNE
«La ferrovia Termini Giardinetti non ha potuto iniziare il servizio a causa dell’improvvisa indisponibilità di macchinisti - hanno spiegato da Atac -. Dei cinque previsti nella stessa fascia oraria, infatti, quattro hanno dichiarato di essere malati. Il servizio è ripreso alle 7.45, anche se limitatamente al tratto Centocelle-Termini. Nel frattempo abbiamo potenziato la linea bus 50 che ha effettuato fermate su tutto il percorso della linea ferroviaria». E intanto l’azienda per i trasporti autoferrotranviari del Comune di Roma ha attivato tutte le iniziative atte a stabilire le ragioni della sopravvenuta inesigibilità della prestazione da parte dei macchinisti riservandosi ogni approfondimento di natura giuridica in ordine alla possibile interruzione di pubblico servizio e senza escludere, quindi, i provvedimenti disciplinari del caso. Dopo i controlli medici che fotograferanno la situazione, si saprà molto di più.
L’EPIDEMIA
«Ci sembra strano che ci sia stata una epidemia tutta sulla Termini-Giardinetti», ha commentato l’assessore ai Trasporti, Guido Improta. «Ora partiranno subito le visite fiscali e laddove venissero accertati degli abusi scatteranno i provvedimenti previsti dalla legge». Intanto alcuni colleghi dei macchinisti in malattia, spiegano: «La protesta è indirizzata non tanto alla dirigenza centrale dell’azienda quanto a quella locale del deposito (Termini-Giardinetti, Roma-Viterbo) che avrebbe posto consistenti restrizioni al piano ferie presentato dai macchinisti».