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Data: 07/06/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Verso il ballottaggio - «Di Primio impresentabile, è indagato». Di Paolo ufficializza l’apparentamento: saremo tutti con Febo e per prima cosa scompariranno le auto a San Giustino. La replica al pepe del sindaco uscente «In Regione nominò la moglie al Consorzio industriale»

CHIETI «Il sindaco Di Primio è indagato ed è quindi impresentabile. Per questo il 14 giugno tra le liste a supporto della candidatura a sindaco di Luigi Febo ci saranno anche le nostre». Bruno Di Paolo, leader di Giustizia sociale, rompe gli indugi e si apparenta ufficialmente con il centrosinistra. Ieri mattina l’accordo è stato ratificato e i due si sono abbracciati lungo corso Marrucino, subito dopo le dichiarazioni al vetriolo rilasciate da Di Paolo in un’affollata conferenza stampa che si è tenuta nei locali del Caffè Vittoria. Tutte le liste collegate alla candidatura a sindaco di Bruno Di Paolo, quindi, ovvero Giustizia sociale, Lista Bruno Di Paolo e il Polo delle brave persone, compariranno tra le fila della coalizione di centrosinistra nel giorno del ballottaggio. Una scelta non facile per il leader di Giustizia sociale che pare avrebbe creato qualche malumore nella creatura politica di Di Paolo che viaggia, in ogni elezione, alla media di 2500 voti. Qualcosa in più del gap di 6 punti e mezzo esistente, al momento, tra Di Primio e Febo. «Non è così. Ho incontrato individualmente tutti i 156 iscritti del partito e soltanto in quattro», ribatte Di Paolo, «hanno riferito che non voteranno al ballottaggio. Gli altri sono tutti con me, il partito è unito e forte». L’eventuale alleanza con Di Primio e il centrodestra è stata bocciata per dieci motivi che verranno resi noti in giornata. Ma in cima ai motivi che hanno portato a scartare un accordo con il centrodestra c’è il fatto che Di Primio è indagato. «Già questo basta», tuona Di Paolo, «per dichiararlo impresentabile». Alla base del patto con Febo, invece, dieci iniziative targate Giustizia sociale e inserite, come conditio sine qua non, nel programma elettorale del candidato sindaco del centrosinistra. «Con l’elezione di Febo a sindaco scompariranno subito le macchine da piazza San Giustino, non arriverà nessun nuovo centro commerciale in città, lavoreremo per potenziare il decoro urbano prevedendo multe salate per i trasgressori, riapriremo lo Stellario con l’organizzazione di manifestazioni tutto l’anno, daremo spazio agli artisti teatini», annuncia Di Paolo, «con la programmazione dell’evento “Estateate”, daremo vita ad una Settimana santa in città a ridosso del Venerdì Santo, punteremo sul turismo religioso, progetteremo due case dello studente, una sul Colle e una allo Scalo, creeremo il marchio “made in Chieti” per promuovere le imprese locali e recupereremo il progetto di realizzazione di un parcheggio in via Ciampoli. Nascerà, poi, un sistema di piste ciclabili». Idee che cammineranno grazie alla forza che Giustizia sociale avrà in Comune, con 4 consiglieri, in caso di elezione a sindaco di Febo. «Non sarò io il sindaco ma avremo», assicura Di Paolo, «un peso enorme». Quello che non avrà, garantisce Di Paolo, D’Alfonso nella vita amministrativa teatina. «Servirà solo», dice Di Paolo, «a portare fondi per la nostra città». Sulla stessa lunghezza d’onda Febo che, in merito all’alleanza con Di Paolo, parla di «decisione condivisa dall’intera coalizione». Poi Febo promette la riqualificazione dell’ex cinema Eden e su D’Alfonso precisa. «Farà il presidente della Regione e, di conseguenza, anche gli interessi di Chieti. L’esatto contrario di quanto hanno fatto Mauro Febbo e Gianni Chiodi», attacca Febo, «che a Chieti hanno preso soltanto i voti».


La replica al pepe del sindaco uscente «In Regione nominò la moglie al Consorzio industriale»

CHIETI «Io impresentabile? Forse qui l’unico impresentabile della politica teatina è proprio il signor Di Paolo». Umberto Di Primio è furente. Sbuffa dopo la conferenza stampa al pepe rilasciata dal leader di Giustizia sociale, nuova bocca di fuoco elettorale del centrosinistra. Non ha preso bene la definizione di candidato “impresentabile perché indagato”. «Impresentabile è forse Di Paolo», ribatte il sindaco, «che ha fatto ricorso per non perdere il vitalizio regionale quando fu eletto in Regione una decina di anni fa. Non è Di Paolo, poi, colui che da consigliere regionale ha nominato la moglie nel consiglio d’amministrazione del Consorzio industriale?». Le domande retoriche sferzanti del sindaco proseguono a ritmo incalzante con l’attenzione che si sposta sull’esperienza politica a palazzo d’Achille maturata da Di Paolo e finita in malo modo con la cacciata da vice sindaco ad opera, manco a dirlo, di Di Primio. «Fu Di Paolo a dichiarare di volersi dimezzare lo stipendio, peccato che poi», attacca Di Primio, «non ha rinunciato neppure ad un euro della sua ultima busta paga. Mi chiedo se non fosse impresentabile lui dal momento che è stato cacciato perché non sapeva fare l’amministratore. Ricordo a tutti che non c’è traccia dell’attività comunale svolta da Di Paolo in Comune. Non esiste, infatti, un solo atto di giunta targato Bruno Di Paolo». Non pago il sindaco ricorda anche il caso dell’apparentamento con il centrosinistra alle elezioni comunali di Vasto quando Giustizia sociale, a Chieti, era alleata con il centro destra. Insomma tra Di Primio e Di Paolo lo scontro politico ha di nuovo raggiunto livelli di guardia e l’ultima settimana che separa la città dal ballottaggio di domenica 14 giugno promette di regalare altri scambi di colpi bassi tra i due big della politica cittadina che non si sono mai amati e non lo hanno mai nascosto.

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