AVEZZANO - “I parlamentari abruzzesi, di tutte le forze politiche, devono fare quadrato contro la sciagurata ipotesi, purtroppo concreta, di un nuovo aumento dei pedaggi autostradali”.
L’appello arriva attraverso AbruzzoWeb da Pasquale Cavasinni, direttore della Cna-Fita, che rappresenta le imprese di trasporto merci e persone in conto terzi, sul piede di guerra a seguito della richiesta al governo da parte dell’Aiscat, l'Associazione dei concessionari autostradali, di adeguamenti tariffari dei pedaggi autostradali a partire dal giugno, del 2,5 per cento.
Il che significherebbe, per fare un esempio, un rincaro sulla tratta autostradale L'Aquila-Roma di circa 40 centesimi tra andata e ritorno.
“In Abruzzo già si pagano pedaggi carissimi, in particolare sulla Roma- Avezzano-Sumona-Pescara e sulla Roma-L’Aquila-Teramo, di cui è concessionaria la società Strada dei Parchi. Ulteriori ritocchi all’insù rappresenterebbero un ulteriore salasso per un settore già provato dalla crisi”, tuona.
La Cna Fita, a livello nazionale, ha già annunciato in caso di aumenti proteste clamorose, come per esempio il blocco stradale con i mezzi pesanti.
La richiesta dell’Aiscat, a firma del presidente Fabrizio Palenzona, è in realtà un memorandum al governo di Matteo Renzi, in cui si ricordano gli accordi presi a gennaio 2015 con l’ex ministro Maurizio Lupi.
Gli aumenti richiesti erano stati molto più alti, del 9 per cento, poi ridotti all’1,32 per cento in Italia, in l'Abruzzo all'1,46 sulla A14, gestita da Autostrade per l'Italia, e all'1,50 per cento su A24 e A25 di Strada dei Parchi. A patto, però, di rimandare al 30 giugno un ulteriore aumento del 2,5 per cento.
“Con riguardo alla prossima scadenza del 30 giugno in ordine agli adeguamenti tariffari rinviati di fine anno scorso - scrive in una nota Palenzona - Aiscat è in attesa della definizione degli strumenti previsti negli accordi sottoscritti”.
“La politica - incalza però Cavasinni - deve comprendere che qui è in gioco la competitività e la sopravvivenza delle interna economia dei nostri territori. Il pedaggio ha un’incidenza importante sui consti di gestione delle micro-imprese di trasporto su gomma, in una regione dove non ci sono adeguati collegamenti ferroviari, con la capitale e con la costa adriatica”.
Anche un aumento del 2,5 per cento, spiega il direttore della Cna Fita, “determinerà un effetto a catena, con l’aumento dei prezzi discapito anche dei consumatori provati”.
Cavasinni infine auspica che venga finalmente rivisto il meccanismo delle concessioni. "Nel contratto di servizio - spiega il direttore vanno tutelati anche gli utenti, non solo i concessionari, e il costo del pedaggio non dovrebbe superare una determinata soglia, anche perchè il servizio offerto dai concessionari privati lascia spesso a desiderare”.