Luigi Febo incassa il sostegno implicito di Sel e strizza l'occhio a L'Altra Chieti dopo l'apparentamento ufficiale con Giustizia sociale. Umberto Di Primio ha ottenuto altrettanto, cioè sostegno non suffragato da un patto nero su bianco, con coloro che hanno sostenuto al primo turno le lista Noi con Salvini e il Pli ovvero il candidato sindaco Antonello D'Aloisio. Il sindaco uscente ha un fitto calendario di incontri. «Sarò in mezzo alla gente, incontrerò le persone - dice Di Primio - farò campagna elettorale per me e per la città contro chi vuole svendere Chieti. Il centro sinistra, che ha schierato tutto il suo armamentario a livello di Regione e di Parlamento, cerca accordi con chiunque pur di andare al governo ma i cittadini sapranno valutare». Giorni caldi e intensi per Luigi Febo che, ai risvolti politici, preferisce la concretezza dei programmi: «Oggi partiamo con un'azione di volantinaggio sulle nostre proposte elettorali - dice lo sfidante che vuol colmare i quasi sette punti di ritardo. Ogni sera farò da tre a quattro incontri, nei quartieri, fra le gente, come abbiamo fatto fino a oggi e chiuderemo con due comizi ma non ci saranno i big. Finalmente spero che si inizi a parlare di programmi, di come recuperare il commercio che nella parte alta della città è scomparso e di rimettere in rete la zona industriale».
L’AGGANCIO Febo cerca di agganciare anche L'Altra Chieti di Enrico Raimondi e lo fa sul tema, caro al movimento di sinistra, della stabilizzazione dei precari, mentre anche con le altre liste, Rinnoviamo Chieti e Ideabruzzo, i contatti sono incessanti. Intanto ieri alle 13 è scaduto il termine per, gli apparentamenti. Più o meno a quell'ora Sel Abruzzo (partito che nella giunta regionale targata D'Alfonso è presente con l'assessore Mario Mazzocca) ha diffuso una nota del coordinatore regionale Tommaso Di Febo e della coordinatrice del circolo di Chieti Annalisa Settimio. La sostanza è che «Sel ritiene di non dover fare nessun tipo di apparentamento, ma vista l'importanza del capoluogo teatino - dicono Di Febo e la Settimio - siamo aperti a ragionare su basi di confronto serio, sicuramente non con Di Primio. Del resto è sotto gli occhi di tutti l’amministrazione Di Primio che ha causato diversi danni per la città. Ovviamente siamo impegnati affinché si rimettano al centro della discussione i temi programmatici per uno sviluppo diverso e sostenibile di Chieti, e siamo convinti che i nostri elettori sapranno, in loro coscienza, effettuare la scelta giusta».
DI PAOLO RIBATTE Infine l’affondo di Giustizia Sociale: «Oltre che perchè indagato per corruzione, Di Primio è impresentabile per aver tradito proprio gli elettori di giustizia sociale, perchè lascia una città sporca, per il tentativo goffo di difendere l'amministrazione comunale all'Arena di Giletti sul caso D'Agostino, per essersi fatto sequestrare l'auto, per non aver risolto i problemi di parcheggio, turismo e disoccupazione, per il pignoramento dello stipendio per le multe non pagate, per mancanza di attenzione verso la Chieti Calcio».