“Incoerente sul piano degli indirizzi strategici necessari al paese”. Così la Filt Cgil giudica il Piano strategico nazionale dei porti e della logistica, che potrebbe essere licenziato dal Consiglio dei ministri questa settimana. “L’idea di andare alla costituzione di otto Autorità di sistema – spiega un comunicato – per 'accorpamenti di realtà contigue' riteniamo sia fondata su presupposti impropri, decisamente slegati dalla logica di razionalità ed efficienza delle infrastrutture portuali al servizio dei mercati di riferimento, e sia rivolta a ottenere un consenso mediatico, toccando il tema della riduzione di costi”.
Secondo la Filt Cgil, invece, sarebbe invece il caso “di riconsiderare l’impianto generale, partendo dall’individuazione dei porti 'core', connessi alle reti Ten-T, indicati dalla Commissione europea e già recepiti anche dal dibattito parlamentare fin qui svolto”. In merito alla governance dei porti, spiega la nota sindacale, “siamo per un modello regolamentato e non frammentato, che punti ad accrescere il livello di professionalità attraverso una buona formazione, anche a tutela dei lavoratori in merito alla sicurezza sul lavoro, in un settore ancora, purtroppo, ad alto rischio”.
Occorre, infine, riaffermare “senza indugi il ruolo del Ccnl dei lavoratori dei porti che va rinnovato alla sua naturale scadenza del 31 dicembre 2015, come strumento di regolazione del mercato del lavoro in quanto rispondente alle specificità operative del settore”. Così conclude il comunicato: “La proposta del governo, se sarà confermata, rompe un equilibrio ventennale nella portualità, e agendo adesso sulla governance e domani sul mercato del lavoro, sulle concessioni e sui servizi tecnico nautici, creerà un non governo di un sistema delicatissimo che rischia di passare dalla pace sociale al conflitto”.