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Pescara, 24/11/2024
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11/06/2015
Il Sole 24 ore.com
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Pensioni, Boeri (Inps): la flessibilità in uscita può costare 8,5 miliardi |
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Se attuata, l’ipotesi di reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita per le pensioni basato sul ddl Damiano-Baretta (anticipo a 62 anni invece di 66 contro penalizzazioni, in pratica un trattamento previdenziale ridotto, nell’ordine del 2% ogni anno di anticipo) potrebbe costare alle casse dello Stato una cifra «ingente»: fino a 8,5 miliardi di euro nel picco massimo, nel caso fosse scelto dall’intera platea di italiani con i requisiti. La stima arriva dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, che ha fatto il punto sui costi delle proposte di riforma della legge Fornero nel corso di una audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera.
Costi elevati anche per il sistema “quota 100” Quanto al cosiddetto sistema della “quota 100” per il raggiungimento della pensione dei lavoratori dipendenti, «nel punto massimo costerebbe 10,6 miliardi di euro» nel 2019, comportando quindi anche in questo caso «costi molto elevati» per lo Stato. Un scelta in questa direzione, ha aggiunto Boeri, sarebbe «molto nello spirito del ripristino delle pensioni di anzianità, senza le finestre, e tende ad avere costi elevati». Il sistema delle quote prevede l'accesso alla pensione partendo dai requisiti minimi di 62 anni e 35 minimi di contributi e, per i lavoratori precoci, 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. PUBBLICITÀ articoli correlati
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Riforma della Fornero con la prossima legge di Stabilità L'audizione di Boeri rientra tra gli approfondimenti avviati dalla decima commissione di Montecitorio in vista dell'aggiornamento della legge Fornero che il governo intende promuovere con la prossima Legge di Stabilità, prevedendo in particolare la possibilità di anticipare l'uscita dal lavoro verso la pensione, ma mantenendo ferma la sostenibilità del sistema previdenziale e senza troppi oneri a carico del bilancio dello Stato. In campo ci sono le proposte all’esame deelle commissioni Lavoro di Camera e Senato e il progetto che l'Inps dovrebbe presentare entro questo mese di giugno.
“Opzione donna” anche per gli uomini: Boeri chiede cautela Nell’audizione Boeri ha parlato anche dellle proposte relative alla cosiddetta “Opzione donna” (pensionamento a 57 anni di età e 35 di contributi, al momento praticabile fino alla fine del 2015) , anche questa finalizzata a migliorare la flessibilità in uscita estendendo la misura agli uomini. Un obiettivo condivisibile, per Boeri, anche se occorre porocedere con cautela a non restringere troppo la platea con requisiti troppo rigidi. «Nel caso di carriere femminili - ha spiegato Boeri - sono molto frequenti le interruzioni di carriera; quindi il criterio di 35 anni di contributi è molto restrittivo. Credo che per le donne non si devono adottare requisiti molto stringenti altrimenti la platea diventa molto limitata» con il rischio anche di assegni troppo bassi che poi lo Stato dovrebbe poi «compensare» e andrebbe a pesare comunque «sul bilancio pubblico».
Ribadito il no al sistema della staffetta generazionale Confermata invece la contrarietà di Boeri all'ipotesi di riforma basata sulla cosiddetta staffetta generazionale tramite il part time per chè prossimo alla pensione (uscita anticipata di uno o due anni attraverso la riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione, collegata a piani di nuove assunzioni), anche in questo caso per migliorare la flessibilità del sistema. Il no è giustificato, secondo il presidente Inps, sia per i pesi sulla fiscalità generale sia per le distorsione che rischia di creare: «In nome di questa filosofia abbiamo avuto una eredità pesante per la finanza pubblica».
Riforma pensioni, Inps capace di proposte organiche «C'è bisogno di proposte organiche» e l’Inps ha «questa capacità», ha aggiunto Boeri rivendicando le proposte di riforma del sistema pensionistico che l'istituto dovrebbe ufficializzare entro il mese, imperniate in particolare su un sistema unico di calcolo dell'assegno previdenziale con il metodo contributivo anche se ciò andrebbe ad intaccare diritti acquisiti.«Poi chiaramente governo e parlamento decideranno al riguardo», ha concluso.
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