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Data: 17/06/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Metro, prossima fermata al Consiglio di Stato. Si andrà invece davanti al tribunale civile per l’istanza di indennizzo

Metro di superficie, prossima fermata al Consiglio di Stato e poi al Tribunale civile. Il legale di Cgrt, Massimo Manieri, ha annunciato, a margine della commissione Bilancio dedicata alla vicenda della storica incompiuta, che entro il 19 giugno sarà depositato l’appello al Consiglio di Stato dopo il giudizio del Tar, che ha sollevato, per la parte relativa all’indennizzo, il difetto di giurisdizione. Con tutta probabilità la Cgrt intende dimostrare invece al Consiglio di Stato che la competenza è del Tribunale amministrativo non di quello civile. La fermata successiva sarà invece il tribunale civile sempre per la richiesta di indennizzo da parte dell’impresa per l’indebito arricchimento dell’ente. Il contenzioso dunque va avanti con la contromossa dell’imprenditore Iannini in seguito al dietrofront del sindaco sulla transazione per la quale, dopo numerose riunioni le parti erano arrivate vicinissime alla soluzione con un gap di soli 500 mila euro.
L’OFFERTA L’ultima offerta del Comune, che risale al 17 febbraio scorso, era di 6 milioni di euro per chiudere la partita, mentre la Cgrt intendeva chiudere a 6 milioni e mezzo. La transazione era stata contemplata con un atto di indirizzo della giunta che risale al 2013. Iannini era partito dalla richiesta di 25 milioni, diventati poi 14 e dimezzati a 7 milioni di euro a scendere. A raffreddare gli animi è stata prima la sentenza ibrida del Tar e poi l’avvio di una inchiesta penale con acquisizione di atti proprio sulla transazione in progress. Con un colpo di teatro è stato proprio il sindaco ad annunciare al Consiglio comunale di voler rimettere la palla al centro investendo la commissione Bilancio del problema e poi il consiglio comunale. Il punto è che i due organi non hanno competenza in materia che invece è esclusiva della giunta comunale.
LA RIUNIONE Sicché molti consiglieri ieri in commissione hanno definito anche la riunione della Bilancio «un voler stare dietro alle Cialentate» (Alessandro Piccinini). Per il presidente della Bilancio Giustino Masciocco, invece, sebbene la commissione non potrà fare altro che rimettere una relazione al consiglio comunale, sarà l'occasione per sancire finalmente la verità su questa intricata vicenda che parte con un peccato originale: una convenzione mal fatta che ha provocato la sentenza della corte di giustizia europea e il successivo annullamento dell’opera della Giunta in autotutela nel 2009.
L’OCCASIONE Eliseo Iannini ha sfruttato l’occasione per chiarire punti poco noti della storia della metropolitana a partire dal numero di biglietti medi giornalieri, non 25 mila come detto a più riprese, ma 16 mila. Cgrt ha poi ricordato che i ritardi nei lavori furono causati prima dallo stop sul percorso lungo via Roma e poi verso il San salvatore per il timore di inquinamento elettromagnetico. Dalla paralisi dei lavori cominciò a scattare il tassametro delle riserve lievitate nel tempo. «In tutti i conteggi fatti - ha ricordato Eliseo Iannini - non viene mai calcolato l’utile di impresa dimenticando che la società avrebbe dovuto gestire anche l’opera per 30 anni». Durante la discussione è emerso finalmente con chiarezza che «le opere realizzate su terreni comunali sono diventate man mano di proprietà dell’amministrazione comunale», resta in piedi tuttavia il pasticcio del deposito dei treni di Pettino.
L’ITER L’iter dell'esproprio non si è concluso e una delle due società con citazione ha chiesto di tornare in possesso dei terreni. Iannini ha spiegato di aver pagato per intero il sito: «108 mila euro sono stati versati a Elilcire e 200 mila alla famiglia Bernardi. L’iter non si è concluso poichè il Comune non ha mai versato l’Iva». Ci sarà anche una quarta puntata dell’operazione verità con l’audizione, del Rup della metropolitana. Intanto alcuni consiglieri si chiedono se pagherà mai quel dirigente comunale che stilò a monte una convenzione sbagliata scatenando il decennale contenzioso.

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