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Data: 18/06/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Gran Sasso: crisi Centro Turistico, per Liris è ''colpa del comune''

L'AQUILA - "Le responsabilità dell'attuale condizione del Centro Turistico sono riconducibili all'amministrazione comunale. È troppo semplice scaricare tutto su Parco Nazionale e ambientalisti: il nuovo impianto Fontari non vedrà la luce, questa è la realtà. Ed il Comune che fa? Da più di un anno non si esprime nella procedura Vinca a favore del nuovo progetto Fontari: se l'ente che propone il progetto, di fatto, ancora non lo approva, come fa a prendersela con gli altri enti?"

Il capogruppo Forza Italia al Comune dell’Aquila, Guido Quintino Liris, torna sull'attuale situazione del Centro Turistico del Gran Sasso.

"La stagione prossima salterà, a meno che non si proceda con l'ennesima manutenzione straordinaria sugli impianti di risalita - afferma Liris - Il costo di tale manutenzione, per un impianto, tra l'altro da dismettere, è di 100 mila euro: Sono state già stanziate queste somme? L'amministrazione comunale sa che per portare a termine gli ingenti lavori di manutenzione bisognerebbe partire immediatamente? Se si, con quali dipendenti? Con quale pianta organica?"

"Abbiamo notizia di ulteriori guai, relativi in particolare alla volontà ad horas da parte dell'Enel di staccare le utenze per morosità: tutto ciò è deprimente - aggiunge - Ed ancora. Abbiamo dovuto aspettare due mesi perché l'amministrazione Comunale confermasse l'ing. De Angelis quale direttore generale del Centro Turistico. Se questo doveva essere, perché si è aspettato tanto? E poi, i rapporti con il Parco. Questi sono di natura politica, i problemi e gli ostacoli vanno superati prima politicamente e poi tecnicamente; la famosa filiera del Partito Democratico da Renzi a D’Alfonso dovrebbe garantire a Cialente la possibilità di incontrare il Ministro dell’Ambiente ed affrontare le problematiche relative allo sviluppo di Campo Imperatore".

"Nessuna prospettiva, nessuna proposta" a detta di Liris, anche per i dipendenti.

"È straziante parlare con loro e toccare con mano il loro senso di precarietà - conclude in tal senso - È necessario riprendere in considerazione immediatamente, come già qualcuno proponeva, un coinvolgimento dei dipendenti presso il servizio affissione o nell'ambito 'macerie', ma non si può più rimanere a guardare e a piangersi addosso: troppo facile dare la colpa agli ambientalisti, dato che questi, per quanto riguarda lo sviluppo della nostra montagna, oggi sono l'ultimo dei problemi.

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