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Data: 19/06/2015
Testata giornalistica: Rassegna.it
«Controlli a distanza, siamo al Grande fratello»

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, attacca la norma del governo. "E' uno spionaggio contro i lavoratori. Molto preoccupante, siamo di fronte a un'idea della vita delle persone davvero sconvolgente"
Uno "spionaggio contro i lavoratori" che in letteratura "abbiamo sempre definito come il Grande Fratello". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta la norma con cui il governo - nel decreto Semplificazioni - elimina l'accordo sindacale preventivo per accedere ai controlli su computer cellulari e tablet dei lavoratori. Lo riferisce l'Ansa.

Parlando a margine di un convegno alla John Cabot University, il segretario dichiara: "Se uno viene autorizzato a entrare nei mezzi di comunicazione che usano le persone è difficile non definirlo un grande fratello". E ancora: "È una norma molto preoccupante, ricorda più la discussione sui sistemi di controllo americani sui singoli Stati che non i temi del lavoro. Siamo di fronte a un'idea della vita delle persone davvero sconvolgente".

La mossa del governo, dunque, sembra confermare "l'idea di un disinvestimento sul lavoro, l'idea di un lavoro come pura merce giocata al ribasso. Il decreto sulle semplificazioni conferma che tutte le affermazioni sulla lotta alla precarietà sono negate da modalità concrete con cui si impedisce al lavoratore di essere una persona libera", aggiunge.

Susanna Camusso si sofferma poi sul tema dei migranti: "L'Europa non sta dando una buona prova di sè sull'immigrazione, sono spaventata dal dibattito in Ungheria e dall'idea di tornare ad avere nuovi muri nel cuore della Ue". "Sono europeista convinta da sempre - spiega -, l'ultima cosa che mi auguro è che la Ue possa saltare ma è evidente che così non ce la fa".

In Italia, inoltre, "siamo molto preoccupati, perchè è stato montato esplicitamente dalla destra un clima per cui sembra che siamo di fronte a chissà quale emergenza". Sugli autisti milanesi di trasporto pubblico, che si sono rifiutati di trasportare migranti, osserva: "Tutti questi episodi sono il segnale di un degrado della capacità di affrontare i problemi dando la risposta giusta. Chi fa propaganda in questo senso in Italia ed Europa non fa i conti con la storia di Paesi che hanno costruito le loro democrazie anche sulle migrazioni", conclude.

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