PESCARA Di solito è quello che accade dopo una sconfitta elettorale: in casa del maggiore azionista di coalizione si litiga, se ne dicono di tutti i colori, si rivendicano virtuosismi inascoltati, si rinfacciano strategie fallimentari. Uno schema che Forza Italia ha deciso di ribaltare totalmente a Chieti: Umberto Di Primio vince le elezioni, ringalluzzendo un centrodestra quasi liquefatto dopo che Luciano D'Alfonso si era preso la Regione, appena un anno fa. Applausi? Macché, nel partito di Berlusconi scoppia una guerra senza quartiere. Il coordinatore regionale Nazario Pagano e il capogruppo di Fi in consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, si affrontano facendo volare gli stracci in piazza.
BOTTE E RISPOSTEDa domenica sera, quando il Pd si appartava come un pugile suonato dopo avere perso il ballottaggio, i due continuano a beccarsi senza ammettere repliche. Pagano definisce «sterili e farneticanti» le accuse del collega di partito quando contesta la posizione assunta dal coordinatore sul tormentone primarie sì, primarie no che ha preceduto la candidatura a sindaco di Di Primio: «Il mio ruolo è stato unicamente quello di tenere unita la coalizione con un'ampia concertazione fra le forze del centrodestra», scrive Pagano. Sospiri lo invita a convocare subito i congressi per farsi esplicitamente da parte: «Si scalda troppo Nazario Pagano, mostrando un nervosismo comprensibile ma ingiustificabile per chi sa di rivestire una carica non legittimata sul territorio, né dagli eletti né, tantomeno, dal popolo». Pagano non la prende bene: «Suggerisco al capogruppo pro tempore di occuparsi di quanto avviene in Regione Abruzzo e di provare a svolgere correttamente il ruolo di consigliere di opposizione». Ma riecco Sospiri: «Suggerisco a Pagano di mantenere un basso profilo e, prima di appuntarsi medagliette al petto, di chiedere al sindaco Di Primio cosa ne pensa del suo non-aiuto durante tutta la campagna elettorale». E ancora Pagano: «Chi, persino in occasione della vittoria del centrodestra, trova il modo di sparlare a vanvera e di creare penose polemiche per ragioni evidentemente solo personali, rappresenta un danno all'immagine del nostro movimento».
Ieri il coordinatore era a colloquio con Berlusconi nella Capitale. Ma vagliela a spiegare questa al Cavaliere.