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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/06/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Fontari, la Cgil sostiene il progetto della seggiovia. Fontana e Trasatti: «La sostituzione del vecchio impianto è ormai una necessità, è l’unico modo per dare speranza al futuro turistico della nostra montagna»

L’AQUILA «Sì alla nuova seggiovia delle Fontari, per mantenere un filo di speranza sul futuro turistico del Gran Sasso». Sono favorevoli al nuovo impianto, il segretario della Filt-Cgil Domenico Fontana e il segretario della Cgil Umberto Trasatti: «Da giorni ormai», affermano, «si è infiammato il dibattito sulle sorti, sempre incerte, del turismo sulla montagna aquilana e sul destino del Centro turistico del Gran Sasso. La nostra montagna, mai adeguatamente valorizzata, dovrebbe essere il principale volano della valorizzazione turistica del territorio. A tali conclusioni era giunto lo studio coordinato dall’Ocse, che ci ha visto tra i soggetti promotori. Uno studio che invitava a un miglioramento della dotazione infrastrutturale per contribuire ad accrescere l’uso delle risorse naturali. È evidente che il turismo montano moderno non si esaurisce al solo sfruttamento delle potenzialità sciistiche, ma dovrebbe avere una durata annuale. Certo, questa non è la condizione oggi della montagna aquilana. Le ragioni sono molteplici e nessuno dei portatori di interesse può sentirsi escluso da una qualche responsabilità». Nel dibattito tra favorevoli e contrari alla nuova seggiovia, i due rappresentanti della Cgil hanno le idee chiare: «Noi siamo per dire senza mezzi termini Fontari sì. Lo diciamo poiché la sostituzione dell’impianto è una evidente necessità tecnica e alle questioni tecniche non si possono dare risposte ideologiche. Diciamo Fontari sì per mantenere un filo di speranza circa il futuro turistico del Gran Sasso, per cercare di salvaguardare l’esistente e provare a immaginare un rilancio che deve passare per il rispetto delle specificità ambientali del luogo, che però non possono essere l’alibi per lasciare tutto com’è. Il tutto com’è non ci piace e non è né bello, né rispettoso dell’ambiente. Il tutto com’è si concretizza nell’archeologia industriale della Fossa di Paganica, rispetto alla quale nessuno ha mai mostrato indignazione o disgusto. Il tutto com’è rappresenta l’abbandono di Monte Cristo, il fallimento del Ctgs, del suo patrimonio immobiliare, la disperazione dei suoi dipendenti e di tutti gli operatori economici che della montagna vivono. Insomma, il problema della nostra montagna non è certo l’antropizzazione dei luoghi, piuttosto il loro abbandono. È risolutiva di tanti fallimenti la sostituzione delle Fontari? Certamente no. Si decida e si faccia presto. Si decida quale strada intraprendere, al di là degli steccati ideologici: noi siamo e vogliamo essere interlocutori. Lo si faccia per il bene della nostra città, che non acquista lustro dall’attuale condizione in cui tiene la sua principale risorsa»

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