ABRUZZO. Si è spento nella giornata di venerdì all’ospedale di Chieti, Sebastiano Calella, 70 anni, storico collaboratore di PrimaDaNoi.it, insegnante in pensione Lettere all'Istituto Tecnico Galiani di Chieti, giornalista professionista dal 1992 e anche redattore de Il Centro di fine anni ‘80.
Dal 4 maggio scorso era ricoverato al nosocomio teatino per problemi cardiaci. E le sue condizioni sono andate progressivamente peggiorando nonostante vari interventi chirurgici.
La redazione di questo giornale si stringe intorno alla famiglia, alla moglie e ai tre figli.
Perdere Sebastiano per noi non vuol dire solo perdere un valido collaboratore o una penna puntuale e pungente ma un amico leale, un punto di riferimento. PrimaDaNoi.it perde un pezzo della sua anima.
Sebastiano era un uomo entusiasta di quello che faceva, sempre accorto ad ascoltare i problemi dei più deboli, un instancabile lavoratore che di notte spulciava i documenti e la mattina prima dell’alba sfornava i suoi pezzi.
Nella ristretta famiglia del giornale era lui il più giovane di spirito e quello che più si incuriosiva, ancora dopo tanti anni; la sua passione traspariva e impregnava tutti i suoi pezzi perché il giornalismo era la sua stessa essenza e con il giornalismo viveva e si divertiva.
Per lui era vitale trovare, corteggiare e “sposare” la notizia con la quale –diceva- aveva un vero e proprio “rapporto d’amore” . Molte volte l’uomo ed il giornalista hanno inciso profondamente con le sue notizie sulla vita pubblica e sulle decisione degli amministratori.
Non dimenticheremo l’entusiasmo immutato fin dal primo giorno quando ci chiamò e ci offrì la sua esperienza perché capì subito il potenziale di quello che allora era uno dei primissimi quotidiani on line. Sul nuovo mezzo ha adattato il suo stile diventando sempre più “l’uomo delle inchieste” e delle “esclusive”. Con PrimaDaNoi.it ha trovato una nuova strada e forse pieno compimento professionale e libertà di azione. Amava arrivare per primo sulle notizie e spesso era così grazie anche al profondo rapporto che lo legava a centinaia di persone che in lui hanno riposto fiducia in questi anni.
Non dimenticheremo l’affetto che provava e mostrava per noi, colleghi più giovani, i consigli e le dritte che ci ha dato in oltre 8 anni di lavoro quotidiano.
Negli ultimi anni si è occupato per questo giornale in particolare delle problematiche del mondo della Università e della Sanità con il grande pregio di riuscire a raccontare in tempo reale i problemi e le difficoltà, spesso anticipando scenari e soluzioni.
Era profondo conoscitore dell’universo della Sanità ed è stato il primo a raccontare quella dei debiti e degli sperperi e quella del risanamento lacrime e sangue. Le sue inchieste rimangono.
Come ogni buon giornalista non era amato da tutti ma oggi -e per molto tempo ancora- tanti abruzzesi lo rimpiangeranno, mentre gli altri dormiranno sonni più tranquilli.
Mancheranno gli scoop e gli approfondimenti per capire davvero il potere e chi ci amministra con quello sguardo acuto, discreto e signorile di chi conosce e frequenta i palazzi e gli uffici pubblici.
Anche il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha espresso il suo cordoglio «con sgomento e tristezza» ed ha ricordato come «più volte» ha avuto modo di parlare con lui delle tematiche che riguardano la Regione e «ne ho potuto apprezzare l'acume intellettuale e il rigore professionale. Mi sento di poter dire che con la sua dipartita il giornalismo abruzzese perde uno dei suoi uomini migliori. Alla famiglia e alla redazione di PrimaDaNoi.it - che lo ha avuto quale valente collaboratore fino a pochi giorni fa - vanno le mie più sentite condoglianze».
Dopo 45 giorni di calvario è sopraggiunto il decesso, 45 giorni in cui ha mostrato ancora una volta la sua tempra, la sua determinazione e la sua voglia di vivere.
Noi oggi ci sentiamo decisamente più soli.