«Sono stati due anni molto belli ma anche faticosi: ringrazio il sindaco anche se questa ultima esperienza non era prevista. So però di lasciare meno problemi di quelli che ho trovato». Guido Improta si dimette, anche se ancora non è chiaro quando questo avverrà perché, come spiega al termine di una audizione in commissione Turismo, «tempi e modalità verranno decisi dalle persone che hanno responsabilità politiche: mi atterrò alle decisioni che verranno assunte dal sindaco e dal Pd».
Dopo la relazione
«Si sapeva che la mia esperienza, e lo dissi anche in tempi non sospetti, era da considerare a termine - prosegue l’assessore -, dopodiché questo termine doveva essere concordato per non penalizzare l’attività del sindaco». Molto probabile che l’addio avvenga dopo la relazione del prefetto Franco Gabrielli: «Matteo Orfini ha detto che ci sono delle valutazioni complessive da fare in presenza della relazione del prefetto Gabrielli; Debora Serracchiani ha avuto la sensibilità di evidenziare che ci possono essere delle scelte personali che non necessariamente debbono essere oggetto di una valutazione politica. Prendo atto di queste due autorevoli voci del Pd».
La risposta «renziana»
E a chi lo incalza, sottolineando che si sta parlando dell’assessore ai Trasporti di Roma Capitale in una fase in cui pende sul Comune la spada di Damocle dello scioglimento per mafia, Improta replica in un modo «renziano»: «Il governo e il Parlamento nei confronti del Comune di Roma sono sempre stati disponibili, laddove c’erano le occasioni e i contesti perché il Campidoglio meritasse questa attenzione. Se in altri contesti non riusciamo a ottenere le risposte forse, come dice il presidente del Consiglio, ci dobbiamo guardare allo specchio e verificare se abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità».