VASTO «Vasto e San Salvo hanno diritto ad avere una stazione dignitosa e la Regione deve aiutarci a riaverla». Conferenza stampa ieri mattina sul piazzale della stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo del sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca, del presidente del consiglio comunale di San Salvo Eugenio Spadano, dell’assessore Oliviero Faienza e del vicesindaco di Vasto Vincenzo Sputore. Obiettivo, sollecitare la Regione a pretendere da Trenitalia il ripristino delle fermate dei treni veloci nella stazione di Vasto-San Salvo. Le due amministrazioni hanno stigmatizzato lo stato di abbandono in cui versa lo scalo ferroviario sia per quanto riguarda la struttura e sia sul servizio, che è stato depotenziato in favore della stazione di Termoli, in Molise, e di altre località delle Marche. «I cittadini di Vasto e San Salvo, ma anche quelli dell’entroterra vastese hanno diritto ad avere la possibilità di salire e scendere da un treno che ferma qua. I turisti scelgono il Molise perché possono scendere a Termoli. Vanno ridistribuite le fermate tra Vasto e Termoli», hanno detto gli amministratori pronti ad alzare il livello della protesta qualora non ci fossero risposte concrete da parte della Regione per riportare qui le fermate dei treni veloci. Immediata la risposta dei sindacati che hanno definito «lacrime di coccodrillo» la protesta degli amministratori del vastese. «La Filt-Cgil Chieti sin dal gennaio scorso denunciò proprio dalle pagine del Centro quello che poi inesorabilmente si è avverato», scrive ij una nota Maurizio Di Martino, segretario provinciale della Filt. «Vasto-San Salvo è ignorata ancora dai treni Frecciabianca che almeno nel periodo estivo con una coppia potrebbero effettuare una fermata a Vasto-San Salvo. Le tracce e gli orari ferroviari vengono predisposti e definiti molti mesi prima e urlare, strepitare e agitarsi oggi non ha nessun senso, tranne che per un’inutile passerella mediatica. In quanto a Trenitalia è molto opinabile la tesi dei 15 viaggiatori medi che dovrebbero essere interessati a questo servizio, non considerando coloro che, e sono tanti, utilizzano i treni regionali da e per Pescara per usufruire dei Frecciabianca. La situazione dei raccordi ferroviari industriali è rimasta immutata»,protesta il sindacato. «I binari morti e sepolti, la questione portuale è ancora da definire e scivola lentamente nell’oblio, la viabilità stradale dell’interno continua a peggiorare e la stagione estiva alle porte non si preannuncia rosea con ancora queste criticità infrastrutturali», denuncia Di Martino, segretario provinciale Filt-Cgil Chieti.