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Pescara, 27/11/2024
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Data: 24/06/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gran Sasso caos, la rivolta di Assergi. La stazione turistica sull’orlo del baratro rimane stritolata nella clamorosa diatriba sul progetto di ammodernamento.

L’ex consigliere comunale e storico maestro di sci Faccia chiede un referendum per chiedere l’uscita dal Parco.

Dopo il durissimo confronto politico degli ultimi giorni è il momento della mobilitazione: la battaglia sul futuro del Gran Sasso è destinato a inasprirsi ancora di più. Per il momento la rabbia cova sotto le ceneri di una stazione turistica che è sull’orlo del baratro. Ieri sera c’è stata una prima riunione esplorativa ad Assergi. La vicenda dell’ammodernamento della seggiovia delle Fontari, su cui tarda ad arrivare un ok collegiale e convinto da parte degli enti deputati, ha spaccato definitivamente il fronte. Sul piede di guerra ci sono usi civici, maestri di sci, guide alpine. Nel mirino, in particolare, c’è l’istruttoria tecnica del Parco nazionale del Gran Sasso che, seppure sostanzialmente bypassata dal Consiglio direttivo (che ha dato parere favorevole su «spinta» del presidente Arturo Diaconale), secondo molti rappresenta uno scoglio insormontabile allo sviluppo di tutto il comprensorio. Tanto che, come ha riferito ieri Luigi Faccia, storico maestro di sci di Campo Imperatore ed ex consigliere comunale, il borgo alle falde del Gran Sasso sta pensando seriamente a indire un referendum per chiedere l’uscita dal Parco nazionale.
LE TAPPE

In attesa che esploda la mobilitazione (che qualche partito pensa già di fare propria), la situazione resta ingarbugliata. Mancano all’appello, ancora, i pareri Via (valutazione impatto ambientale) della Regione e Vinca (valutazione dell’incidenza ambientale) da parte del Comune. Su quest’ultimo la dirigente responsabile, Paola Giuliani, ha riferito all’Editoriale che sono da poco arrivate le integrazioni richieste e che si farà il massimo per accelerare al massimo l’istruttoria. E’ praticamente impossibile, in ogni caso, che si riesca ad avere l’ok ai lavori entro luglio, considerato il termine ultimo per salvare la prossima stagione invernale. Prende corpo, dunque, l’ipotesi avanzata dal direttore d’esercizio del Centro turistico, Marco Cordeschi: «saltare» un anno, ripartendo solo quando i lavori saranno terminati. «Così non ha senso andare avanti» ha detto Cordeschi e ieri Faccia l’ha appoggiato: «Chi viene qui rimane scontento e il passaparola fa tanti danni, meglio fermarsi». Il Comune, al momento, non ne vuole sapere di tirare fuori i 300 mila che servirebbero a tirare a campare per la prossima stagione.
GLI OSTACOLI

Secondo Faccia la relazione tecnica del Parco «è una pietra tombale difficilmente superabile». Il documento, in sostanza, dice che la sostituzione delle Fontari rappresenterebbe in realtà la costruzione di un nuovo impianto. E che questo causerebbe gravi danni all’habitat di interesse europeo, nonché ai progetti scientifici in corso nella zona. Il parere dice anche che sì, si può comunque procedere, ma solo per esigenze comprovate di carattere pubblico, non ravvisabili in un investimento privato. Lo spettro è quello di un ricorso all’Europa, con tutti gli annessi e connessi.

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