Gent.mo Direttore,
ho apprezzato il suo editoriale in cui evidenziava l'isolamento ferroviario dell'Abruzzo, Pescara esclusa. Al suo articolo ha replicato il sottosegretario regionale D'Alessandro che sembra, dalle sue parole, voglia giustificare l'operato di Trenitalia, come poco remunerativo in questa regione. Bisognerebbe comprendere meglio il concetto di remunerativo, soprattutto per un servizio di trasporto di tipo turistico non sperimentato: i turisti sono costretti a scendere a Pescara per poi arrangiarsi per raggiungere le tante mete dell'Abruzzo costiero. Lo scorso luglio il Governatore D'Alfonso interveniva presso i vertici di Fs e Trenitalia per evidenziare le esigenze della Regione, tendenti a velocizzare il trasporto su rotaia, principalmente per le direttrici Pescara-Bologna, Pescara-Bari, Pescara- Roma e Pescara-L’Aquila. Ma ad essere penalizzata è l'intera costa abruzzese, per non parlare dell'interno dove la linea che collega l'Adriatico al Tirreno, passando per l'Abruzzo, sembra qualcosa di assurdo per l'importanza che potrebbe rivestire in termini di turismo, per non parlare dell'importanza sul piano pendolaristico, soprattutto dalla Marsica alla capitale. L'altra linea che collega i due mari italiani parte da Ancona e, percorrendo 299 km, giunge a Roma in meno di tre ore. La Pescara- Roma, lunga 240 km (60 km in meno) fa impiegare ai treni non meno di tre ore e mezzo. Non possiamo nemmeno lamentarci dicendo che da noi non vengano fatti investimenti da parte di Fs, visto che a Pescara abbiamo ben quattro stazioni e da qualche mese sono anche attivi i cantieri per la velocizzazione del nodo cittadino, con la realizzazione del quarto binario che collega le stazioni; insomma, una sorta di servizio di trasporto veloce (fino 135 kmh) cittadino che costa 10 milioni , divisi tra Rfi e Regione. L'isolamento ferroviario del resto del territorio dipende soprattutto da scelte politiche che fanno sì che l'Abruzzo, turistico, lavorativo, imprenditoriale, etc. sia erroneamente coincidente con la sola Pescara.
Marino Valentini, Chieti
Meno male che c’è il nodo di Pescara. Il problema non è togliere a quello, ma aggiungere al resto d’Abruzzo. E qui ad essere impietoso è l’orario ferroviario, che parla di tempi inaccettabili (al netto dei ritardi) e di lacune tipo le mancate fermate dei Freccia Bianca sulla Costa. E noi, come i tedeschi, crediamo più all’orario ferroviario che alle chiacchiere dei politici.