PESCARA - “Rispondendo oggi in aula al mio question time sull’incompatibilità del rettore Luciano D’Amico alla carica di presidente della società Arpa e del prof. Nicola Mattoscio alla carica di presidente della società Saga, il ministro Stefania Giannini pur ammettendo la giustezza di quanto da me denunciato, e cioè che ci sia l’incompatibilità tra docente ordinario e gli incarichi di presidenza di Enti Pubblici, ha semplicemente detto che non è di competenza del ministero sanare questa evidente non applicazione della norma, ma spetterebbe alle stesse università”.
Sono le parole dell’on. Fabrizio Di Stefano a seguito del suo question time nel quale ha chiesto al ministro dell’Istruzione sulla situazione di incompatibilità nella quale si trovano il rettore di Teramo, Luciano D’Amico e il prof. Nicola Mattoscio.
“Appare evidente che la legge Gelmini e il suo richiamo agli art. 13 14 15 del d.p.r 11 luglio 1980 n.382 sono perentori in proposito, ed entrambi i docenti, pertanto, ricadono in tale incompatibilità”, aggiunge l’on. Di Stefano.
“Ora mi domando: tutti gli atti fatti in regime di tale incompatibilità sia come presidente sia come rettore, come sono da considerarsi? Certo che il presidente D’Alfonso, che è avvezzo a promulgare delibere non delibere, leggasi la vicenda dell’ospedale di Chieti, non si è posto il problema se un Ateneo non ha fatto rispettare la legge italiana. Ma quello che più mi rattrista è assistere alla non applicazione della norma dalle stesse istituzioni, gli Atenei, che la norma dovrebbero insegnarla alle giovani generazioni. Il ministro Giannini, pur ammettendo l’incompatibilità, si è però rifugiato dietro l’autonomia degli Atenei, ma l’autonomia non significa l’autorizzazione ad andare contro le leggi dello Stato”, sottolinea l’on. Di Stefano.
“Il ministero dovrebbe vigilare sull’applicazione della norma o adoperarsi in tal senso, se non vuol farlo ci rivolgeremo ad altri soggetti garanti del rispetto delle leggi”, conclude.