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Pescara, 27/11/2024
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Data: 25/06/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gran Sasso, parte la mobilitazione. Massimi: «Si fa tanto caos per un ammodernamento figuriamoci quando bisognerà costruire da capo»

Un referendum per far uscire L’Aquila dal Parco nazionale del Gran Sasso e, soprattutto, per stanare definitivamente le varie posizioni sull’argomento dello sviluppo della montagna. Parte dagli Usi civici di Assergi la mobilitazione per cercare di salvare Campo Imperatore e tutto il suo contorno dall’abbandono. La miccia si è accesa dopo le divisioni profonde sull’ammodernamento della seggiovia delle Fontari, sul quale i tecnici del Parco hanno vergato una pesantissima relazione che, a detta quasi unanime, blocca qualsiasi tipo di opera. A poco sono valse le dichiarazioni del presidente dell’ente, Arturo Diaconale, che invece insieme al consiglio direttivo ha espresso parere favorevole. La città è in subbuglio e chiede a gran voce i lavori; gli ambientalisti si oppongono. Quella del referendum è un’idea concreta, come spiega il vice presidente degli Usi civici, Lanfranco Massimi, in un durissimo atto d’accusa: «Faremo qualcosa di eclatante. Lanceremo una raccolta firme per uscire dal Parco, dopo aver individuato il sistema legale per farlo e dopo aver investito della questione anche il Governo. O il Parco ci fa vivere dentro al Parco o il Parco deve uscire dalla nostra vita. Proporremo il referendum anche al Comune dell’Aquila che dovrà schierarsi, dire cosa vuole fare del Gran Sasso. Siamo stanchi, nei confronti del Comune e del Parco».
IL DOCUMENTO
Nel mirino, ovviamente, c’è la posizione ambigua del Parco. «La relazione tecnica - dice Massimi - è intrisa di concetti spaventosi. Qui servono quattro impianti fatti bene per popolare la stazione d’estate e d’inverno. Sono impianti già previsti nel piano d’area: si fa tanto caos per una semplice sostituzione di un impianto che c’è, quello delle Fontari, figuriamoci quando e se dovranno essere realizzati nuovi. Sono persone che non fanno arrivare soldi sul territorio, che si negano al confronto, che impongono le proprie visioni». Il tema, ovviamente, supera il semplice ammodernamento delle Fontari: «Gli aquilani devono svegliarsi e reagire. Organizzeremo qualcosa di pubblico. È in ballo il futuro dei nostri figli, perché devono andare fuori da questo territorio?».

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