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Data: 26/06/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
D’Amico(Arpa) e Mattoscio(Saga) incompatibili. Il Ministro: «Atenei hanno scelto in autonomia». Di Stefano: «le istituzioni dovrebbero rispettare le leggi»

ABRUZZO. Ieri il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha risposto in aula all’interrogazione del deputato abruzzese Fabrizio Di Stefano (Fi) sull’incompatibilità del rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, alla carica di presidente della società Arpa (in scadenza il prossimo 30 giugno) e del professor Nicola Mattoscio alla carica di presidente della società Saga.

Il ministro, pur ammettendo che ci sia l’incompatibilità tra docente ordinario e gli incarichi di presidenza di Enti Pubblici, ha semplicemente detto che non è di competenza del Ministero sanare questa evidente non applicazione della norma, ma spetterebbe alle stesse università.

«Le verifiche sui casi di incompatibili e la decisione in merito spettano alla totale autonomia degli atenei», ha spiegato il ministro in aula, «tanto che non c’è nemmeno un obbligo, e infatti questo non avviene, di trasmissione di questi dati al Ministero».

Giannini ha poi spiegato che secondo l’Ateneo teramano non ci sarebbe incompatibilità poiché D’Amico non ha poteri esecutivi ma poteri di controllo, sorveglianza dell’integrità, correttezza dei processi decisionali. Inoltre l’incarico è a titolo gratuito dal momento che il rettore ha rinuncia all’indennità.

Per Mattoscio, l’Ateneo ha spiegato al ministero che la Saga è una società partecipazione pubblica, l’incarico è di tipo gestionale e gratuito. «La decisione, anche in questo caso», ha specificato Giannini, «è stata assunta con autonomia dall’Università»..

«Appare evidente», commenta Di Stefano, «che la legge Gelmini e il suo richiamo agli articoli 13, 14, 15 del d.p.r 11 luglio 1980 n.382 sono perentori in proposito, ed entrambi i docenti, pertanto, ricadono in tale incompatibilità».

Adesso Di Stefano si domanda: tutti gli atti fatti in regime di tale incompatibilità sia come presidente sia come rettore, come sono da considerarsi?

«Certo che il presidente D’Alfonso, che è avvezzo a promulgare delibere non delibere, leggasi la vicenda dell’ospedale di Chieti, non si è posto il problema se un Ateneo non ha fatto rispettare la legge italiana», continua Di Stefano.

«Ma quello che più mi rattrista è assistere alla non applicazione della norma dalle stesse istituzioni, gli Atenei, che la norma dovrebbero insegnarla alle giovani generazioni. Il Ministro Giannini, pur ammettendo l’incompatibilità, si è però rifugiato dietro l’autonomia degli Atenei, ma l’autonomia non significa l’autorizzazione ad andare contro le leggi dello Stato».

Secondo Di Stefano il Ministero dovrebbe vigilare sull’applicazione della norma o adoperarsi in tal senso, «se non vuol farlo ci rivolgeremo ad altri soggetti garanti del rispetto delle leggi».

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